26/07/2018

Cambia sesso: ora i suoi figli hanno “due mamme”

Si può passare dall’avere un padre e una madre all’avere due mamme? La logica e il buon senso dicono di no. Anzi, lo escludono totalmente, per ragioni talmente ovvie, che è inutile siano ricordate. Eppure non la pensa così il tribunale di Trento che, nel sancire la rettificazione di attribuzione di sesso, da maschio a femmina, di un padre di famiglia, ha anche – per la prima volta – disposto che questo passaggio venisse registrato nell’atto di nascita dei figli, che così ora si trovano ad avere “due madri”.

«È caduto un tabù», esulta l’avvocato Alexander Schuster, che si è occupato della vicenda. Che, c’è da immaginare, a molti parrà comprensibilmente assurda.

In effetti, è la prima volta che, in Italia, il cambio di sesso del genitore ha effetto sui certificati di nascita dei figli. Infatti, la legge italiana sulla transessualità risale al 1982 e, da allora, vi hanno fatto ricorso parecchie persone, fra cui chiaramente anche alcuni padri e madri. Tuttavia fino ad oggi in nessun caso l’avvenuta rettificazione del sesso aveva sortito effetti sullo stato di famiglia dei figli, dove rimanevano i nomi originari dei loro genitori.

Con la decisione del tribunale di Trento – che risale a marzo, ma i cui effetti con la modifica degli atti di nascita è stata disposta in questi giorni – adesso le cose cambiano.

È infatti facile immaginare che casi simili, dopo un simile precedente, possano verificarsi in altre parti d’Italia. Col risultato, appunto, che d’ora in poi per i figli sarà possibile ritrovarsi “due mamme” o “due papà” anche se, come tutti, in realtà sono nati da un padre e una madre.

“Cambio sesso”: un altro colpo alla famiglia naturale

La verità che vede tutti gli esseri umani figli di un padre e una madre non è affatto cambiata. Proprio per niente. Tuttavia c’è da preoccuparsi perché a livello culturale – e adesso anche giurisprudenziale – si sta radicando l’idea che possano essere le sentenze a modellare e rimodellare strutturalmente qualcosa di fondamentale e importante come la famiglia.

Sta cioè passando l’idea che la famiglia sia a tutti gli effetti, e a 360 gradi, una creazione del diritto che, di conseguenza, ha la facoltà di destrutturarla e ricostruirla a suo gusto e piacimento. Così chiunque osi ricordare che invece ogni famiglia è composta (e può essere composta) solo e soltanto da un padre e da una madre passa per retrogrado, quando invece non soltanto non lo è, ma rimane anche ancorato all’idea – rispondente al reale – che non siano gli atti burocratici e neppure le sentenze bensì il diritto naturale a dire che cosa sia una famiglia e cosa, invece, non lo sia.

Tempi duri, insomma, per chi non sposa la cultura, anche giuridica, dominante, che continua a scavalcare limiti. Infatti neppure il legislatore, che pure con la citata legge del 1982 aveva regolamentato il cambio di sesso – dimostrandosi “aperto”, come si usa dire oggi -, era arrivato a immaginare che il cambio di nome di una persona conseguente alla rettificazione sessuale potesse comportare effetti sull’atto di nascita dei figli.

Eppure oggi a questo siamo arrivati. E domani cosa accadrà? Meglio non pensarci...

Giuliano Guzzo

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