22/12/2022 di Fabrizio Cannone

Boom di mastectomie. I dati inquietanti solo perché “ci si sente uomini”

In un contesto di iper-sessualizzazione come quello che sta vivendo la società odierna, troppe sono le tendenze social che in qualche modo “impongono” ai giovani, e in particolare alle donne, di seguire le mode – anche pericolose e assurde – del momento. Una di queste, anche se è difficile da credere, è la Mastectomia.

Ebbene sì, stiamo parlando proprio del delicato intervento chirurgico di asportazione di una o di entrambe le mammelle femminili, che viene realizzato a causa di serie patologie come il tumore o per altre ragioni di tipo medico. Da anni, però, si assiste ad un uso della chirurgia in funzione della cosiddetta “autodeterminazione sessuale” che è un altro nome della stessa (antiscientifica) teoria del gender.

Secondo la rivista statunitense Annals of Plastic Surgery (88/2022), le mastectomie sarebbero aumentate in modo esponenziale negli ultimi anni, in parallelo con l’aumento del rifiuto del proprio corpo e della sessualità biologica. La rivista parla di “tendenze alla mastectomia” per “affermazione di genere” e i dati raccolti dai ricercatori dicono che tra il 2013 e il 2020 ci sarebbe stata una moltiplicazione di 13 volte delle richieste di mastectomia.

Le ragioni dell’intervento, su un campione di ragazze intervistate, talune poco più che bambine, sarebbe al 97% legata alla propria auto-percezione sessuale, difforme dal sesso biologico. Le ragazze infatti non si sentirebbero donne, per cui desidererebbero cancellare quel segno palese della loro femminilità.

Migliaia di mastectomie di cui parla la rivista sono state effettuate, e non solo in America, nei confronti di ragazzine minorenni. Ci si chiede dunque dove fossero i genitori, gli insegnanti, i pediatri, gli amici e gli psicologi, tutte figure ordinariamente chiamate in causa prima di interventi del genere.

Anche se è vero che oggi è sempre più pericoloso esprimere dubbi verso certe richieste e spesso si accusa come bigotto, retrogrado o insensibile il genitore o il medico che esprime riserve e perplessità verso scelte così drastiche e radicali.

Ciò che dovremo fare tutti, davanti a situazioni così incresciose, non è di facilitare e incoraggiare questo genere di operazioni, che tra l’altro vengono spesso rimpiante dai cosiddetti “detransitioners”, ma fare di tutto per educare le nuove generazioni nell’accettare la natura del proprio corpo e della sessualità biologica, come elemento imprescindibile – e di ricchezza - della propria persona.

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