Mentre si tende a minimizzare l’impatto sociale dell’aborto, parlando continuamente di un puramente fittizio “calo di aborti”, che neanche tiene conto degli aborti farmacologici e di quelli che possono essere causati dall’uso della contraccezione, nel Regno Unito i dati relativi all’aborto sono del tutto sconvolgenti ed una loro analisi rileva serissime problematiche. Ne parla La Nuova Bussola Quotidiana in un suo articolo.
Tali informazioni sarebbero state frutto di una ricerca della Society for the Protection of Unborn Children (Spuc): «Nel Paese sono in continuo aumento gli aborti ripetuti o multipli. Nello specifico, nel 2018 in Gran Bretagna sono stati effettuati ben 84.258 interventi abortivi ripetuti - di cui 3.332 su adolescenti -, con un aumento complessivo del 7% sul 2017 e un aumento dell'11 per cento sul 2016. […] L’analisi della Spuc sui dati ufficiali ha messo in luce come lo scorso anno ben 718 donne - tra cui 5 adolescenti - hanno abortito per la sesta volta, e ben 172 per la settima volta. Un dato, quest’ultimo, in aumento del 26% rispetto al 2016. Le donne che hanno abortito per la quarta volta sono invece state 4.389 donne, tra cui 23 adolescenti».
Non ci sembra, forse, che la situazione sia totalmente fuori controllo? A nessuno è venuto in mente di chiedere a una di quelle minorenni che si sono recate quattro volte ad abortire se per caso non fosse vittima di violenza o costretta da qualcuno all’aborto, per esempio?
Possibile che tutti reputino l’aborto un intervento come un altro, privo di conseguenze rilevanti, al punto da non ritenere preoccupanti simili dati?
Resta evidente, dunque, che solo i pro life si pongono il problema di tutelare la vita, la salute e la dignità, oltre che del bambino, anche della donna. Mentre questa epidemia incontrastata di aborti e la continua promozione di questa pratica altro non fanno che lasciarle sole di fronte a una drammatica opzione, portatrice di traumi.
di Luca Scalise