03/04/2018

Bambini transgender: l’Aifa dice sì all’inibitore della pubertà

Nei giorni scorsi l’Aifa (Agenzia Italiana per il Farmaco)  ha dato il suo assenso all’inserimento  della triptorelina,  per i bambini che vogliono “cambiare sesso”, tra i medicinali  a carico del Ssn.

Il farmaco finora si è usato per curare il cancro alla prostata o alla mammella o per determinati problemi ormonali.

Per il suo potere di inibire  la secrezione ipofisaria delle gonadotropine quali l’ormone luteinizzante (LH) e l’ormone follicolo-stimolante (FSH), la triptorelina può ritardare lo sviluppo puberale dei bambini che soffrono di disforia di genere e che quindi non accettano il sesso che la natura gli ha dato. Ritardando lo sviluppo, possono allora sottoporsi a un intervento di riassegnazione chirurgica del sesso che risultarà più facile, dato che il malcapitato paziente non ha ancora caratteri sessuali ben definiti.

L’Aifa fa gli interessi dei bambini? Dei transgender?

I nostri Lettori sanno bene quanto la prospettiva di “cambiamento del sesso” sia un’illusione ai danni delle persone con disforia di genere e a vantaggio esclusivo delle case farmaceutiche e delle cliniche specializzate in mutilazioni e ricostruzioni genitali. Le testimonianze in tal senso dall’estero sono agghiaccianti.

L’inganno e la violenza sono ancor più gravi se perpetrati ai danni dei bambini e degli adolescenti. E anche di questo chi non si lascia accecare dall’ideologia si può ben renedere conto.

Purtroppo, però l’ideologia impera. E l’ideologia gender in particolare fa il gioco degli sfruttatori e degli pseudo scienziati alla John Money.

L’Aifa di ideologia ne sa qualcosa, visto che ha approvato il bugiardino bugiardo che nega l’effetto abortivo dei cosiddetti “contraccettivi” d’emergenza. Questa delibera è perfettamente coerente...

I bambini italiani, come i bambini inglesi?

In Italia già dal 2013, al Careggi di Firenze i bambini con disforia di genere potevano cominciare l’iter per il cambiamento di sesso con gli inibitori della pubertà, come la triptorelina. Ora che l’Aifa ha dichiarato utilizzabile anche questo farmaco a spese dei contribuenti probabilmente la pratica si diffonderà più agevolmente.

Nel Regno Unito, nel 2010 erano stati contati 97 casi di bambini con disforia di genere; 1.013 i casi registrati in soli nove mesi del2015: potenza dell’ideologia. I medici britannici sono preoccupati. “Meno male”, diremmo, se non fosse che la loro preoccupazione è squisitamente economica, perché – pare – il Ssn inglese non ce la fa a sostenere gli ingenti costi. Figuriamoci il nostro Ssn...

... E gli effetti collaterali?

Peccato che nessuno parli degli effetti collaterali (basta guardare qui, o qua: aumento del rischio di ictus o di gravi problemi cardiaci, può aumentare i livelli di zuccheri nel sangue e, in rari casi, portare ad apoplessia pituitaria. Inoltre può causare: costipazione, problemi nella sfera sessuale, diarrea, capogiri, mal di testa, vampate, perdita dell’appetito, nausea, insonnia, fastidi allo stomaco, stanchezza o debolezza, vomito, tanto per elencarne alcuni. E sono effetti riscontrati su soggetti adulti. Sui ragazzini saranno amplificati?

... E la vis sanatrix naturae?

Peccato che nessuno dica che nel 90% dei casi i bambini con disforia di genere guariscono da sé, recuperano spontaneamnete  e naturalmente l’accettazione del proprio sesso biologico proprio con quella pubertà che questi medicinali, invece, non fanno arrivare mai...

Francesca Romana Poleggi

Fonte: Quotidiano Sanità

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