13/12/2022 di Gloria Callarelli

Babbo Natale sposa una drag queen. Ecco come i capricci Lgbt rompono i sogni dei bambini

E fu così che Babbo Natale, evidentemente affetto da una crisi esistenziale, decise di sposarsi con una drag queen. E’ la campagna pubblicitaria choc dell’azienda Faber Italia, che non contenta delle polemiche dello scorso anno - quando nei cartelloni apparve un Babbo Natale impegnato a baciare una vecchietta, una donna afroamericana e, che novità, un uomo - nel 2022 bissa l’iniziativa con una pubblicità ancora più hard nella sostanza anche se decisamente poco coraggiosa.

Poco coraggiosa perché i cliché del politicamente corretto, infatti, ci sono quasi tutti. Quindi niente di nuovo sotto il sole se non ancora una volta la volontà, per business o per ideologia, di portare, anche laddove davvero non se ne capirebbe la necessità (se non appunto per questioni ideologiche) tematiche LGBT. Dicevamo più hard nella sostanza che nei contenuti (soprattutto se andiamo a vedere il bacio degli anni precedenti) perché questa volta lo schema pubblicitario è andato a toccare anche il tema del matrimonio: dunque concettualmente si è andati oltre la semplice trasgressività, arrivando infatti anche a toccare l’istituzione familiare già protetta in Costituzione dall’articolo 29.

Ed ecco allora Babbo Natale abbracciare la sua “metà”: una drag queen in abiti da sposa appunto, ebbra di felicità. Il progetto nasce da Diego Di Flora, art director che già lo scorso anno fu l’ideatore della chiacchierata campagna e che, nemmeno a dirlo, è già direttore artistico del Napoli Pride. Insomma: ancora una volta, bene o male, l’importante è che se ne parli perché alla base dell’iniziativa c’è senza dubbio la volontà – appunto - di veicolare messaggi in tinta arcobaleno.

E poco importa se per farlo si sconfina anche in territori che sono da sempre appartenenti alla sfera familiare e ancor più dell’infanzia. Anzi, come spesso e volentieri si tende a sottolineare, e forse è proprio questo il punto, quale migliore occasione se non il Natale per prendere due piccioni con una fava? Da un lato strumentalizzare ideologicamente una festa cristiana, dove la famiglia vive forse il suo momento più caldo e più intimo, e dall’altro soverchiare la cultura irrompendo nel mondo dei piccoli che attendono con gioia i regali portati dal loro eroe, Babbo Natale appunto.

Una figura anche questa, occorre ricordarlo, nata con scopi commerciali ma comunque attinta dalla tradizione cristiana: fu una nota bevanda, infatti, a riprendere le sembianze di Santa Klaus, il nostro San Nicola che per altro è noto in molte località d’Italia proprio perché porta i doni ai bambini, e trasformarle nella figura che conosciamo oggi. Poco male: ormai nella tradizione Babbo Natale è un eroe. Riuscite a immaginare come può, una pubblicità moderna, sconvolgere la mente dei più piccoli che hanno un loro immaginario e una loro idea di Babbo Natale? Riuscite a immaginare come possano reagire al loro eroe che bacia un altro uomo anziché semplicemente circondarsi di elfi, renne e regali e occuparsi di loro?

Forse davvero il Natale dovrebbe tornare – in toto – al suo spirito originario e far riflettere i più grandi; tornare ad avere lo spirito innocente dei bambini e scoprire che non esistono solo gli adulti e le loro capricciose volontà. Forse davvero il Natale dovrebbe tornare alle cose semplici, anche agli eroi ormai pagani come Babbo Natale, ma proprio per questo a lasciare in pace i simboli dell’innocenza dei bambini. Forse tanti adulti ci penserebbero due volte prima di agire egoisticamente e rompere così, entrando nel loro mondo e sconvolgendolo, i sogni dei più piccoli.

 

 

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