16/09/2019

Australia, pro life in piazza contro l'aborto: «Love them both»

In Australia, nello Stato del Nuovo Galles del Sud, è passato l'8 agosto il disegno di legge per la depenalizzazione dell'aborto ed è stato respinto l'emendamento con il quale sarebbero stati vietati gli aborti selettivi sulla base del sesso.

La votazione del disegno di legge è avvenuta poco dopo l'intervento di Tanya Davies, ex ministro per le Pari Opportunità, che ha denunciato la mancata nascita di 300 bambine (tra il 2011 ed il 2015) nello Stato australiano di Victoria, dopo l’approvazione di una legislazione simile a quella proposta nel Nuovo Galles del Sud.

Da quando è stata attuata la riforma legislativa sull’aborto nello Stato di Victoria, in media ogni anno è stato impedito di nascere a 37 bambine figlie di madri indiane e a 24 bambine figlie di madri di nazionalità cinese. Ci chiediamo a questo punto: dove sono le femministe a protestare contro la discriminazione presente in Australia? Il silenzio è la risposta che ci fa capire l'ideologia nel portare avanti solo le battaglie che interessano loro.

Il 20 agosto si sarebbe dovuto votare in Australia il disegno di legge di depenalizzazione dell'aborto. Grazie ad una fortissima campagna degli oppositori, il voto è slittato al 17 settembre.

Dopo questa notizia, migliaia di manifestanti hanno organizzato dei sit in fuori il Parlamento del Nuovo Galles del Sud, per esprimere contrarietà a questo disegno di legge.

Anche nella città di Sydney una folla di migliaia di persone si è radunata nella piazza Martin Place brandendo cartelli pro life con scritte "Love them both” (Amali entrambi), “Scegli la vita”, “Per la vita, per le donne, per i figli”, insieme agli arcivescovi cattolici e ortodossi di Sydney.

Queste massicce mobilitazioni ci fanno comprendere quanto una legge possa modificare la percezione delle persone in materia di questi temi, e se una legge sull'aborto non c'è, per le persone è più facile manifestare il dissenso, perché manca quel "lavaggio del cervello" che la presenza di una legge comporta. Pensiamo ad esempio alla nostra situazione: quante persone scenderebbero in piazza per manifestare l'iniquità della 194, dopo più di 40 anni dalla sua applicazione?

La legge sull'aborto ha spaccato il partito liberale e lo stesso parlamentare Matthew Mason-Cox ha dichiarato che questo disegno di legge, a causa della forte opposizione dei conservatori, sta minando l'agenda di governo.

Ci auguriamo che il popolo pro life australiano, coadiuvato da esponenti religiosi e politici, possa continuare a combattere, resistendo fino all'ultimo alla legalizzazione dell'aborto.

Noi invece prendiamo esempio dal coraggio dei pro life australiani, scesi in piazza a migliaia per difendere i diritti dei bambini senza voce. È infatti fondamentale, oltre alla preghiera senza la quale nulla è possibile, farsi vedere numerosi e coesi, perché solo così non saremo ignorati.

 

di Chiara Chiessi

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