Nasceva un anno fa “La Casa di Chiara”, il progetto solidale di sostegno alla vita nascente, alla maternità e alla famiglia realizzato da Pro Vita & Famiglia Onlus e dalla Fondazione Il Cuore in una Goccia.
“La Casa di Chiara”, infatti, è un appartamento a Roma dedicato ad accogliere gratuitamente le famiglie che, durante la gravidanza, si trovano ad affrontare patologie prenatali che richiedono cure specialistiche e dunque offre un alloggio a chi deve soggiornare nella capitale per periodi prolungati per motivi di salute legati al nascituro o alla madre.
Madri e famiglie accolte
In questi primi dodici mesi ha ospitato finora 10 mamme.Tra queste V.B., originaria di Cosenza e affetta da cecità e, come il figlio che portava in grembo, da nanismo, la cui permanenza di oltre 180 giorni - accompagnata dalla madre - le ha permesso di essere seguita fino e dopo il parto del piccolo Mohammed Edward. Insieme a lei, nel periodo tra giugno e ottobre 2024, è stata ospitata F.D.R, di Agrigento, accompagnata dalla madre per le cure necessarie al piccolo Alessandro, nato a luglio e affetto da spina bifida. Mamma e figlio, in questo caso, hanno usufruito nuovamente della struttura anche tra marzo e aprile 2025, per ulteriori controlli e per un totale di oltre 115 giorni di permanenza. Sempre a luglio 2024, invece, è nato Jacopo, la cui mamma (K.Z, di Osimo), è stata ospitata insieme al marito per oltre 90 giorni, per accompagnare la gravidanza e il post parto dopo la nascita del piccolo a cui mancava un rene e aveva l’altro atrofizzato.
La vicinanza e la prossimità a donne e famiglie de “La Casa di Chiara” si è concretizzata anche, purtroppo, in momenti ancora più difficili, come nel caso di un aborto spontaneo sopraggiunto alla giovane A.S., originaria di Oristano, che era stata trasportata d’urgenza a Roma in elisoccorso a Roma a giugno 2024 per la rottura delle acque all’undicesima settimana di gravidanza. La struttura, poi, è stata anche un punto di appoggio per brevissimi periodi per altre tre donne donne (Cristina, Adriana e Arianna) che necessitavano di un alloggio prima di alcune visite specialistiche per i loro bambini con Trisomia 21. Di questre tre Arianna, dopo aver alloggiato per un brevissimo periodo a novembre scorso, è tornata nella struttura da febbraio 2025 e vi è attualmente ancora ospitata.
Storie, queste che abbiamo citato, di difficoltà, purtroppo anche e soprattutto di paure, ma anche di tanta speranza e soprattutto di vita. Quella speranza e quella Vita che sono sempre un dono e che la medicina e l’accompagnamento solidale possono riuscire a dare a tutte queste donne e queste famiglie. Speranza e Vita che, non a caso, si ispirano alla santità di Chiara Corbella Petrillo, alla quale è intitolata la struttura. Chiara, infatti - deceduta a 28 anni dopo aver scelto di salvaguardare la vita del figlio che portava in grembo - è stata riconosciuta nel 2018 per le sue “virtù eroiche”, proclamata “Serva di Dio” ed è stato avviato il suo processo di canonizzazione.
I servizi offerti
Mentre la famiglia di Chiara ha dato il consenso per l’uso del suo nome, proprio in memoria della sua testimonianza, la Fondazione il Cuore in una Goccia mette a disposizione delle ospiti un supporto che comprende assistenza medica, psicologica, sociale e spirituale, accompagnandole durante l’intero percorso terapeutico. Pro Vita & Famiglia Onlus, invece, si occupa della gestione logistica e della manutenzione dell’appartamento, coprendo spese come le utenze e fornendo assistenza quotidiana per rendere la permanenza delle famiglie il più possibile confortevole.
L’inaugurazione alla presenza di Governo, politici e società civile
Un progetto di «grande valore per assicurare un sostegno concreto alle famiglie che affrontano un periodo difficile e delicato, quale è la malattia di un figlio nella fase della gestazione, dunque un modello da seguire e valorizzare», furono le parole - indirizzate agli organizzatori tramite una lettera - del ministro della Salute Orazio Schillaci nel giorno dell’inaugurazione. Ad essere invece fisicamente presente quel giorno fu il Viceministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Maria Teresa Bellucci, delegata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri per presenziare all’evento. «Sono qui - disse- per rappresentare non solo la mia vicinanza e gratitudine ma anche quella del Governo italiano e del Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni. Questa iniziativa - aggiunse in quell’occasione Bellucci - è la concretizzazione del diritto di ciascuna vita ad essere protetta, con attenzione, con capacità, con la voglia e il desiderio di proteggere la vita quando è in uno stato di fragilità. Dunque grazie a tutti coloro i quali si stanno spendendo, con questo progetto, per difendere la cosa più preziosa che abbiamo: la vita, che è tale dal concepimento fino al momento della morte. Proteggere la vita è un dovere di tutti». A inviare i suoi saluti fu anche il ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale Antonio Tajani, tramite la sua consigliera giuridica Raffaella Bonsangue, mentre a benedire i locali e affermare il proprio supporto spirituale all’iniziativa, presenziò monsignor Benoni Ambarus, vescovo ausiliare della Diocesi di Roma per l’ambito della diaconia della carità. «Penso a tutte le persone, tutti i genitori - disse - che vivono le fatiche delle gravidanze difficili, che poi affrontano il calvario delle distanze, dei problemi delle strutture ospedaliere. E’ come se la vita avesse bisogno di un’enorme sala parto, un enorme luogo, non fisico, dove dare e ricevere amore. In piccolo, tutto ciò accade con questa struttura, la cui realizzazione ha sicuramente richiesto quella che io chiamo la “testardaggine dell’amore”».