25/10/2019

Altro progetto gender nelle scuole con lo “scaffale di genere”

Dopo il lancio di un progetto su scala nazionale, dal nome “Gender school” ad opera del Miur e di Indire il cui fine indicato sarebbe quello di combattere gli stereotipi e promuovere un “programma educativo più ampio, pensato per aiutare gli insegnanti a portare in classe un nuovo “approccio di genere capace di costruire relazioni non discriminatorie tra ragazzi e ragazze e sensibilizzare gli studenti ad anticipare e a prevenire i contrasti” vogliamo illustrarvi nel concreto in cosa certe direttive possono tradursi nelle varie realtà scolastiche.

Questa volta riportiamo l’esperienza del liceo linguistico Marco Polo, di Bari.

Qui, lo scorso 4 settembre, è stata inaugurato lo “Scaffale di genere”, cos’è? Citiamo testualmente la pagina facebook della scuola: «nell'ambito del progetto “Biblioteche Scolastiche Innovative”, mercoledì 4 settembre, alle ore 10, sarà istituito lo “Scaffale di genere”, grazie al contributo dell’Ufficio di Parità della Regione Puglia, partner del progetto insieme all’Assessorato all’ Educazione ed alle Politiche Giovanili del Comune di Bari, ai Presidi del Libro, alla rete Biblioteche di cittadinanza attiva. Lo Scaffale insiste sulla specificità della scrittura delle donne e comprende libri che costituiscono i classici del settore, oltre a scrittrici contemporanee anche pugliesi ed esordienti. Il progetto si è aggiudicato il bando del MIUR destinato alla costituzione di “Biblioteche Scolastiche».

Da una prima lettura potrebbe sembrare una cosa da niente, tuttavia se si dà un’occhiata ai testi della “biblioteca di genere” (le foto sono disponibili sulla pagina facebook dell’istituto) si noterà la sovrabbondante presenza di un’autrice controversa come Doris Lessing. In particolare di alcune sue opere dal contenuto davvero ambiguo e totalmente inadatto a lettori adolescenti. Ci riferiamo in particolare a “Il taccuino d’oro” di cui basta leggere il breve sunto rintracciabile agevolmente in rete per capirne il discutibile messaggio di fondo: «spunti, i pensieri, gli eventi di cui il libro formicola, si raccolgono in quattro taccuini, di cui quello d'oro rappresenta un po' la quintessenza: e il loro insieme dà luogo a una narrazione distesa e insieme concentrata e intesa, a una panoramica della vita di una donna intensamente partecipe del nostro tempo. E nel libro c'è un po' di tutto: […] le barriere razziali, i rapporti dei genitori coi figli, spesso singolarmente conformisti e mancati suicidi, l'industria culturale, i rapporti degli uomini con gli uomini in un'atmosfera di fluttuante omosessualità, i rapporti delle donne con le donne, vagamente ambigui, e specialmente delle donne con gli uomini... e molte altre cose».

Un altro dei testi della Lessing presente e che di certo non trasmette un messaggio costruttivo alle menti e alle coscienze di ragazzi ancora in piena formazione è “Un matrimonio per bene” in cui vengono narrate le vicende della giovane Martha che decide di contrarre matrimonio a soli 19 anni e, non appena suo marito parte in guerra, comincia a pentirsi di quella scelta e tra ripensamenti e varie tentazioni, decide alla fine di mettere in discussione quel legame. Il matrimonio, nel romanzo in questione, viene visto come una palla al piede, un impedimento alla realizzazione dei propri sogni.

Ci chiediamo dunque, sia alla luce di quanto descritto sia alla luce delle dichiarate finalità del Progetto nazionale lanciato dal Miur, che cosa si intenda per “abbattimento degli stereotipi”? Forse quanto descritto dal libro appena citato: la distruzione del matrimonio e di ogni idea di legame stabile o come nel “Taccuino d’oro” la liceità di ogni tipo di relazione interpersonale?

Vigileremo su quanto sta accadendo nelle scuole italiane per verificare nel concreto il contenuto di quanto introdotto e auspicato dal MIUR

 

di Manuela Antonacci

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