25/04/2014

Altre conferme: è prassi bruciare i bambini abortiti per produrre energia

Circa un mese fa abbiamo appreso con tristezza e costernazione che negli ospedali britannici venivano inceneriti i bambini abortiti, insieme ad altri “rifiuti sanitari”, per produrre energia per il riscaldamento.

Qualcuno si è anche scandalizzato. Ma a torto, perché evidentemente la prassi è diffusa. In Canada, il Ministero della Salute della British Columbia, ha ammesso che i resti dei bambini abortiti, con gli altri rifiuti ospedalieri, finiscono bruciati in una centrale dell’Oregon per produrre energia elettrica. Il che è perfettamente legale e rispetta tutte le normative e i protocolli.

L’impianto di alimentazione dell’Oregon, situato a Brookes, brucia rifiuti in due caldaie ad una temperatura di circa 2000 gradi Fahrenheit. Il calore scalda dei tubi di acqua, che creano vapore per azionare le turbine, che producono energia elettrica.

La gente del posto al momento ha protestato: la principale  preoccupazione è il pericolo di respirare “emissioni tossiche.”

Evidentemente la pensano come la Lidia Ravera: sono “grumi di materia”, “ammassi di cellule” o “tessuti fetali”...

Ci chiediamo quando a qualcuno verrà in mente di abolire i cimiteri e organizzare i funerali in   modo che finiscano presso una centrale elettrica: allora sì che finalmente avremmo energia pulita!

Francesca Romana Poleggi

Fonte: Life Site News

 

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