18/10/2023 di Giuliano Guzzo

Al Conservatorio, statale, di Teramo arriva la dicitura “non binario”

Uno può anche sforzarsi – se ci riesce - di non occuparsi di gender e dell’ideologia della sessualità «fluida», ma non c’è verso: saranno comunque costoro, inevitabilmente, ad occuparsi di lui. Impossibile infatti sfuggire a nuove tendenze che, nate in ambito accademico decenni or sono, diffusesi poi sui mass media e sui social media, oggi stanno iniziando ad espandersi perfino in ambito pubblico. Un esempio in tal senso viene dal conservatorio Statale di Musica "Gaetano Braga" di Teramo, che ha fatto propria la discutibilissima…melodia genderista. Chi ne dubitasse non ha che da farsi un giro sul suo sito internet, precisamente nella sezione dedicata ai bandi.

In questo modo, si imbatterà facilmente nel bando per «il concorso pubblico, per titoli ed esami, per il reclutamento, a tempo pieno e indeterminato, di tre docenti di prima fascia nei conservatori - Ccnl». Fin qui, naturalmente, nulla di strano, anzi ben vengano le stabilizzazioni dei docenti, tanto più in un tempo di precariato come spesso è – non solo per questa professione – il nostro. C’è però una singolare sorpresa all’interno del modulo di partecipazione. Il documento in questione, infatti, alla prima delle sette pagine che lo compongono chiede a chi lo sottoscrive, «consapevole delle sanzioni penali richiamate dall'art. 76 del D.P.R. n. 445/2000 in caso di dichiarazioni mendaci, ai sensi e per gli effetti dell'art. 46 del citato D.P.R.», di dichiarare il proprio «sesso».

Ora, l’impiego della parola «sesso» in tempi in cui altro non si fa che parlare di «genere» costituisce in sé una bella notizia, ma sfortunatamente all’aspirante docente con contratto a tempo indeterminato del conservatorio "Gaetano Braga" di Teramo vengono offerte tre opzioni al riguardo: «maschile», «femminile» o «non binario». Un ventaglio di scelta che francamente si fatica a comprendere, nonostante si collochi in un ambito dove, in effetti, una qualche discussione c’è. Per esempio, l’autorevole (o almeno così è ritenuta) rivista Scientific American ha davvero scritto che il sesso umano non è binario, sostenendo che solo dal ‘700 in poi si sarebbe fatto strada il «modello a due sessi», utile «principalmente a rafforzare le divisioni di genere e razziali collegando al corpo lo status sociale».

Il punto è che abbiamo invece una marea di evidenze al riguardo che invece il sesso sia binario. Tanto che, per dire, perfino gli studiosi intenzionati a trovare un principio storico ai differenti ruoli tra uomo e donna nella società, sono stati costretti a spingersi al 3.500 a.C. e oltre, al Neolitico – millenni cioè prima del Cristianesimo -, come suggerisce un interessante lavoro pubblicato sull’European Journal of Archaeology. Il «modello a due sessi» è dunque assai più antico di quanto sostiene Scientific American ed è, con ogni evidenza, di origine naturale.

Ma al di là di questo, c’è da dire che il conservatorio Statale di Musica "Gaetano Braga" di Teramo, ben prima che conformarsi a bizzarri dibattiti in teoria scientifici – e in pratica parecchio ideologici -, come ogni altro istituto scolastico è tenuto a rispettare le leggi, tanto più che è una istituzione statale pubblica. E in quale legge italiana – ma anche regolamento, circolare o altra fonte - sta scritto che esista un terzo sesso «non binario»? Sarebbe interessante capirlo perché, fino a prova contraria, davvero la previsione del sesso «non binario» ha solo un forte sapore ideologico.

 

 

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