28/03/2017

Aborto terapeutico? Una scusa non più proponibile

Quella contro l’aborto è la madre di tutte le battaglie a difesa della vita e della famiglia. Fintanto che non si riconoscerà il diritto dei bambini a nascere non vi sarà mai una società giusta.

Domenica 26 marzo, in occasione del Giorno Internazionale della Vita (celebrato specialmente nel mondo ispanico il 25 marzo di ogni anno), la spagnola piattaforma “Sì alla Vita”, che raggruppa oltre 500 associazioni, ha organizzato una manifestazione nel centro di Madrid.

Scopo dell’iniziativa è la sensibilizzazione dell’opinione pubblica e un pressante appello alle forze politiche affinché si impegnino a difendere il diritto alla vita e di conseguenza a porre fine al crimine dell’aborto, legalizzato in Spagna dal 1985.

Purtroppo a Madrid – così come a Roma e altrove – i politici si occupano dei valori non negoziabili solo quando si accorgono che può tornar loro utile ai fini elettorali. Per il resto, o sono indifferenti o – più spesso – difendono il “diritto” di aborto, consentendo il massacro dei bambini e dunque delle generazioni future. Ma proprio per questo occorre alzare la voce e esercitare pressioni sulle istituzioni, come si farà in Italia con la Marcia per la Vita del prossimo 20 maggio.

In concomitanza con la manifestazione di Madrid, a Pamplona dal 24 al 26 marzo si è tenuto il XXI Congresso Nazionale Provita. Tra gli interventi merita di essere segnalato soprattutto quello del dottor Guillermo López, specialista in Ginecologia e Ostetricia nella Facoltà di Medicina dell’Università di Navarra.

Il dottor López infatti, forte della sua esperienza sul campo, ha detto che al giorno d’oggi non c’è alcun argomento scientifico che giustifichi la pratica del cosiddetto aborto terapeutico.

Pertanto, chiunque sostenga che l’aborto è un rimedio necessario nei casi di pericolo di vita della mamma (come stanno cercando di fare in Cile) mente sapendo di mentire. Come dimostrano innumerevoli casi e grazie ai progressi della medicina, è ormai sempre possibile riuscire a coniugare la protezione della salute materna con il diritto alla vita del bambino. Certo, non si tratta di situazioni facili da risolvere e nessuna di queste è esente da rischi. Tuttavia molte donne malate di cancro sono riuscite a guarire e a portare avanti la gravidanza.

Un messaggio di speranza per tante persone che soffrono, lacerate dal dilemma se salvare la propria vita o quella del figlio. E un messaggio soprattutto contro quanti speculano e sfruttano il dolore per legalizzare l’aborto.

Redazione

Fonte: Actuall; InfoCatólica


 

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