29/04/2017

Aborto: le pressioni mortifere sull’Irlanda

L’Irlanda è uno dei pochi Stati europei che ancora non ha legalizzato l’aborto.

È vero, questo è possibile solo e soltanto se c’è un pericolo per la vita della mamma, ma come abbiamo già spiegato molte volte, ormai si tratta di casi rari o praticamente inesistenti. La legislazione irlandese pertanto è decisamente favorevole ai diritti del concepito.

Del resto, è la Costituzione stessa a proteggere il nascituro (articolo 40.3.3). Ecco perché da anni un duplice fronte, interno ed esterno, si batte per introdurre l’aborto nel Paese. Associazioni come Amnesty International, organismi internazionali e le forze più o meno progressiste irlandesi si battono strenuamente e tenacemente per legalizzare l’omicidio dei bambini non ancora nati.

Finora i tentativi anti-vita sono falliti. Anche perché la popolazione al momento sembra ancora in maggioranza contraria all’aborto. Tanti sono gli eventi pro-life che si sono tenuti e si continuano a tenere nel Paese. E quando nel 1983 i cittadini vennero chiamati a scegliere se modificare o no l’Ottavo Emendamento della Costituzione (che tutela la vita dei concepiti), si recò alle urne solo il 50% degli aventi diritto, ma comunque il 60% degli stessi si pronunciò a favore del testo così com’era ed è ancor oggi.

Adesso però le pressioni sono talmente tante che a quanto pare si ha l’intenzione di indire un nuovo referendum per l’anno prossimo.

Nelle scorse settimane il governo ha incaricato un’assemblea cittadina di valutare l’opportunità di una nuova consultazione elettorale sul tema dell’aborto e dunque pure sulla riforma costituzionale. E ovviamente la risposta è stata positiva. Ora, poiché l’esecutivo ha accolto di buon grado la suddetta risposta, nel 2018 probabilmente vedremo la cultura della morte vincere in Irlanda, così come già accaduto con lo pseudo-matrimonio gay. In tal modo, l’EIRE, un tempo cattolicissima, si accoderebbe alla cosiddetta Europa, in nome del progresso, dei “diritti” delle donne e della civiltà.

Chiaramente, il fronte pro-life non deve lasciare nulla di intentato: dovrà combattere sino all’ultimo sforzo e continuare a farlo anche in caso di sconfitta. Ma visto il clima generale che si respira, purtroppo non riusciamo ad essere molto ottimisti...

Redazione

Fonte: LifeSiteNews


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