16/10/2016

Aborto – La Polonia è pro vita e insiste sulla buona strada

Dopo il tradimento del Governo polacco che ha ridimensionato le speranze dei prolife di vedere l’aborto bandito totalmente dalla legislazione del Paese, il leader del partito di maggioranza ha intrapreso un’altra azione per proteggere la vita dei bambini non ancora nati.

Non dimentichiamo che in Polonia, attualmente, l’aborto è legale solo in casi di stupro e incesto, o per salvare la vita della madre o in caso di gravi malformazioni del feto.

Jaroslaw Kaczynski, leader del partito Diritto e Giustizia, ha detto che la maggior parte delle 1000 donne che mediamente ricorrono all’aborto (da noi sono per lo meno  100.000: senza contare gli aborti in pillole...) lo fanno per le malformazioni del feto. E – come nel resto del mondo – chi ci rimette la pelle sono principalmente i bambini con sindrome di Down.

Su questo si concentreranno gli sforzi legislativi per circoscrivere l’aborto.

«Ci adopereremo per garantire la vita anche al bambino che è sicuramente destinato a morire presto, o è gravemente menomato, in modo che possa essere battezzato, sepolto, e possa avere un nome», ha detto ai media.

Quasi mezzo milione di cittadini aveva firmato il disegno di legge, e un recente sondaggio ha rilevato che la maggioranza dei polacchi è per il divieto totale dell’aborto, secondo il Wall Street Journal . Tuttavia, la Polonia ha dovuto affrontare continue pressioni da parte dei cultori della morte, Nazioni Unite e UE in testa. La battuta d’arresto nell’iter legislativo intrapreso in tal senso inoltre è stato influenzato, secondo la BBC, dalle violente proteste di piazza scatenate dagli abortisti a ridosso della votazione parlamentare.

Solo pochi giorni prima di esse i deputati polacchi avevano votato 267 a 154 per sostenere la legge pro vita, passandola alla commissione che doveva procedere all’esame: in questa sede è mancato il coraggio dell’approvazione finale.

Se comunque passasse la  proposta di Kaczynski sarebbe un ulteriore passo a favore della vita. Anche il primo ministro polacco Beata Szydlo, ha promesso che lavorerà in tal senso.

Insomma, se da un lato in tema di vita umana ogni compromesso che consenta l’uccisione di bambini innocenti in grembo è da biasimare, dall’altro  – forse – i tempi per un passo così radicale non erano maturi, ed è mancato il coraggio, per una abolizione totale dell’aborto.

Possiamo quindi senz’altro criticare questa “cautela” del Governo polacco, ma al contempo dobbiamo applaudire a ogni passo avanti in difesa della vita innocente che esso riesca a realizzare.

Magari anche da noi si introducesse una qualsiasi forma di limitazione dell’aborto...

Redazione

Fonte: LifeNews

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