14/06/2018

Aborto e diritti civili: parla la nipote di M. L. King

In questi giorni il dibattito è focalizzato sul tema dei migranti, per via della vicenda della nave Aquarius e degli altri sbarchi che vedono coinvolta l’Italia. Non entreremo qui nel merito della questione, tuttavia questo ci permette di approfondire una questione correlata e sempre taciuta, invero con poca coerenza: l’aborto c’entra con i diritti civili e con il razzismo?

Apparentemente la risposta è negativa: secondo alcuni l’aborto è una scelta libera e lecita, i diritti civili sono altro. E invece non è esattamente così, come ha recentemente posto in evidenza la nipote di Martin Luther King, Alveda King, come già avevano fatto il giocatore Ben Watson e altri prima di lui. La signora ha infatti affermato che  «L’aborto nega i diritti degli innocenti. Si rifiuta di aiutare i più vulnerabili. L’aborto sradica il nascituro da sua madre e da tutta la società». E, in tal senso, «Dico spesso che l’aborto è la questione dei diritti civili del nostro tempo».

Inoltre, l’aborto è una forma di razzismo, soprattutto in America, dal momento che «un bambino nero ha tre volte più probabilità di essere ucciso nel grembo materno rispetto ad un bambino bianco». Una discriminazione nella quale la nota catena Planned Parenthood ricopre un ruolo fondamentale (con i suoi 300.000 bambini uccisi all’anno): non solo è stata fondata da Margaret Sanger con fini eugenetici, ma si è anche visto che l’80% delle cliniche si trovano in quartieri dove la popolazione di colore è in maggioranza. Si tratta di un semplice caso? È difficile crederlo.

Quando si parla di diritti civili e di razzismo, dunque, è importante allargare lo sguardo e cercare di considerare la situazione a 360 gradi: cosa è meglio per questa persona, per la sua vita? Non importa quanto pesi, se sia o meno ancora nel grembo materno, o il colore della sua pelle: come può la società garantire i diritti civili ad ognuno? Di certo non con l’aborto, che nega il primo e fondamentale diritto, quello alla vita. E probabilmente neanche con un assistenzialismo che maschera interessi economici maturati sulla pelle di innocenti.

Redazione

Fonte: Uccr online

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