01/05/2017

Aborto clandestino: una toppa peggiore della falla

Nostalgici degli anni ’70,  23 parlamentari nei giorni scorsi, hanno interrogato la Lorenzin sull’aborto in Italia, sparando cifre altisonanti circa il fenomeno dell’aborto clandestino – 50 mila casi, secondo loro – che miete vittime innocenti ancora oggi, per colpa di quei cattivoni dei medici che sollevano obiezione di coscienza.

Negli anni ’70 l’aborto clandestino uccideva “centinaia di milioni di donne”: il numero di donne morte per aborto clandestino superava di gran lunga il numero totale di donne morte per qualsiasi ragione, nel tempo considerato. Oggi i Lorsignori denunciano 50 mila aborti clandestini all’anno, quando le stime (perché se sono clandestini solo stime possono essere...) del Ministero sono di tra i 12 e i 15 mila.

C’è ancora qualcuno che gli dà retta? I giornali, sì, gli devono fare da cassa di risonanza: la bufala della donna padovana che ha girato 23 ospedali prima di riuscire ad abortire è stata smentita e sbugiardata, ma devono metterci una pezza, perché è necessario continuare ad attaccare l’obiezione di coscienza. Ma il tentativo di stigmatizzare gli obiettori con il “problema” dell’aborto clandestino ci sembra che faccia acqua da tutte le parti, peggio della bufala dei 23 ospedali.

Le prime vittime dell’aborto

Ovviamente, poi, agli Onorevoli in questione non interessano le prime vere vittime innocenti dell’aborto, i bambini che muoiono, ma interessa solo la salute delle donne.

E’ anche strano che quando c’è da salvaguardare la salute delle donne dagli effetti collaterali della contraccezione, dell’aborto stesso – anche legale, delle pillole abortive (che loro chiamano “contraccezione d’emergenza”) e della RU486, si tacciono completamente: i malanni (a volte persino la morte) che capitano alle donne come conseguenza di aborto e pillole varie sono totalmente ignorati: proprio non li vedono, perché l’ideologia evidentemente acceca.

Non sono troppi i medici che sollevano obiezione di coscienza all’aborto

Il Ministro della Salute ha ribadito che il carico di lavoro per ciascun ginecologo non obiettore è ormai di 1.6 aborti a settimana su 44 settimane lavorative, numero che risulta dimezzato rispetto alla media nazionale del 1983 quando il carico settimanale era di 3,3 aborti per ginecologo non obiettore;  l’11% dei ginecologi non obiettori è assegnato ad altri servizi cioè non procurano l’aborto: ciò vuol dire che di non obiettori ce ne sono abbastanza. I tempi di attesa per l’aborto sono in continua diminuzione: oggi il 65.3% di IVG è effettuato entro 14 giorni dal rilascio del certificato, e solo il 13.2% è effettuato oltre le tre settimane (e ricordiamo che una settimana di attesa è obbligatoria per legge).

L’obiezione di coscienza non c’entra niente con l’aborto clandestino

Non solo. Il Quotidiano Sanità rileva inoltre che nel 1983 i ginecologi non obiettori erano circa 1.600 e gli aborti clandestini stimati erano 100mila, nel 2012 i non obiettori erano poco meno di 1.500 (circa il 6% in meno) e gli aborti clandestini stimati 15/20 mila: a quasi parità di non obiettori, gli aborti clandestini stimati sono scesi in misura del 75/80%.

Quindi il numero degli aborti clandestini non ha alcuna connessione con il numero di obiettori di coscienza.

E l’aborto “clandestino – legalizzato”?

Ma poi ci chiediamo: tutti questi paladini della salute delle donne tanto minacciata dall’aborto clandestino, perché vogliono la liberalizzazione della RU486? Sarebbe una forma di aborto “casalingo fai da te” legalizzato e molto pericoloso. E perché non chiedono l’oscuramento di siti come quello delle Women on Web che spiegano come fare un aborto fatto in casa a qualsiasi ragazzina in possesso di uno smartphone? Ma che idea hanno di “aborto clandestino”?

Francesca Romana Poleggi


AGISCI ANCHE TU! FIRMA LE NOSTRE PETIZIONI

NO all’eutanasia! NO alle DAT!

#chiudeteUNAR


Questo articolo e tutte le attività di Pro Vita & Famiglia Onlus sono possibili solo grazie all'aiuto di chi ha a cuore la Vita, la Famiglia e la sana Educazione dei giovani. Per favore sostieni la nostra missione: fai ora una donazione a Pro Vita & Famiglia Onlus tramite Carta o Paypal oppure con bonifico bancario o bollettino postale. Aiutaci anche con il tuo 5 per mille: nella dichiarazione dei redditi firma e scrivi il codice fiscale 94040860226.