24/03/2017

Aborto – Attenti alle bufale: dal Texas buone notizie

Il Texas si avvia a prendere un importante provvedimento contro l’aborto.

Il Parlamento locale ha approvato il Pre-Born Protection and Dignity Act, una legge che vieta il traffico di pezzi di bambini abortiti (commercio che permette di fare tanti soldi e in cui è specializzata Planned Parenthood) e sta discutendo un’altra norma che vieta azioni legali contro i medici per “nascite indebite”.

Ma andiamo per ordine.

In Italia tutti i principali giornaloni hanno scritto che quanto approvato in Texas è una follia della destra ultrareligiosa, perché in pratica si consentirà ai medici di mentire sul reale stato di salute del nascituro: in questo modo verrà evitato l’aborto e i genitori sapranno solo troppo tardi che il loro figlio è malato. Insomma, per i nostri mezzi di (dis)informazione sarebbe la solita becera ignoranza di un Paese di rozzi cow-boy legati ad una visione della vita da Far West.

Le cose però non stanno esattamente così. Ci troviamo di fronte all’ennesima manipolazione della realtà pur di sostenere l’ideologia e l’industria dell’aborto. E poi ci vengono a parlare di “fake news“...

Nello Stato americano, governato da Greg Abbott (che peraltro per inciso non ha ancora firmato le due leggi perché l’iter non è concluso) quello che si sta cercando di fare però è altro.

Primo. Il Texas chiede di vietare la compravendita e la donazione di tessuti umani abortiti e ribadisce la condanna dell’aborto a nascita parziale (già proibito ai tempi di George W. Bush). A gennaio Abbott aveva definito una barbarie la macellazione di bambini non ancora nati per poi farne mercato. Di questo i nostri giornali non parlano, per ovvi motivi.

Secondo. Il Texas cerca di tutelare la vita dei disabili. L’altro disegno di legge, che si trova in una fase di esame, mira a scagionare i medici in tutti quei casi in cui i genitori di un figlio disabile vorrebbero citarli in giudizio per cattiva informazione sullo stato di salute del bambino nel periodo della gravidanza (si parla per questo, molto tristemente di “nascite indebite”). Ciò oggi accade anche se il medico non è affatto colpevole. Anzi, allo stato attuale, questi deve in qualche modo ricordare fino alla nausea che c’è la possibilità di abortire il bimbo malato, quasi questo non avesse uguale dignità di uno sano. Se la nuova legge passasse, invece, il medico tornerebbe a fare il medico: informare sì, curare pure, ma non sponsorizzare l’aborto. 

Ma da nessuna parte si dice che si può mentire ai genitori pur di non farli abortire, come millantano gli abortisti e di conseguenza i nostri giornali. Piuttosto si salveranno molte più vite di bambini che rischiano di venire ammazzati solo perché malati o disabili (e poi ipocritamente celebriamo le giornate dei Down, dei diversamente abili, etc.).

Insomma, al di là delle bufale, dal Texas arrivano buone notizie.

Redazione

Fonte: LifeSiteNews


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