C’è chi non ama il volto delle persone che pregano fuori dagli ospedali dove si praticano gli aborti. C’è chi invece continua a farlo e continua a salvare vite e a ricevere ringraziamenti e benedizioni dalle mamme che si sono salvate dall’ aborto (sì, le mamme sono salvate!) e dai loro bambini.
Chi crede, per fortuna, non si ferma davanti al disprezzo, alle provocazioni, e spesso alla violenza di chi si sente “disturbato” dalla preghiera. Ne sa qualcosa il nostro Giorgio Celsi, dell’associazione “Ora et labora in difesa della vita – No 194”, ne sanno qualcosa le migliaia di volontari americani che organizzano davanti alle cliniche di Planned Parenthood veglie di preghiere continue per giorni e giorni: “40 Giorni per la Vita”. Riprendiamo testualmente e casualmente alcuni stralci di un paio delle tante testimonianze che i siti pro life americani pubblicano su internet. Queste sono riprese da Lifenews.com.
“ Gesù ha detto che quando due o tre sono riuniti nel Suo nome Lui è con loro. Qualche volta servono due o tre ombrelli, perché spesso piove, a volte nevica, e a volte…. splende il sole!...”, dice Anita, di Orange, in California. “Un mini van entrava nel cancello della clinica. Il conducente ci ha guardato, ma ha continuato. E’ sceso con una donna e sono entrati nell’edificio. Dopo poco ne sono usciti, sono risaliti in macchina e se ne sono andati. Mentre uscivano dal cancello mi sono avvicinata allo sportello del conducente che aveva il finestrino abbassato e ho chiesto come stavano, sorridendo. “No abbiamo cambiato idea” ha detto la donna, “Abbiamo deciso di tenere il bambino, perché voi stavate stavate pregando sul marciapiede”, ha detto l’uomo. Entrambi sorridevano. Erano felici. Hanno detto che avrebbero pregato per noi e ci hanno ringraziato infinite volte”.
A Lancaster, Pensilvania, in una giornata di freddo e pioggia, Bob è rimasto sorpreso per il folto numero di passanti ( a piedi, ma anche in macchina) che si fermavano a parlare con loro. Tra gli altri è stato avvicinato da una signora: passava sempre davanti al gruppo in preghiera, poi, una volta, si è fermata. “Grazie” ha detto. E poi ha raccontato che lei è una nonna felice. Aveva adottato suo figlio, scampato all’ aborto. La madre biologica era andata in clinica, ma all’ultimo momento ci ha ripensato…
Sul sito 40 Days for Life si possono trovare infinite altre testimonianze.
Francesca Romana Poleggi