03/11/2023

Abbiamo intervistato ChatGPT su gender e carriera alias e poi le abbiamo chiesto di fare auto critica. Ecco l'ideologico risultato!

Nell'era della digitalizzazione, dove l'intelligenza artificiale guida molte delle nostre decisioni quotidiane, è di fondamentale importanza interrogarsi sulla neutralità e l'imparzialità delle informazioni fornite da queste macchine. Come Pro Vita & Famiglia abbiamo intervistato ChatGPT, uno dei modelli linguistici più avanzati di OpenAI, sui temi del gender e della carriera alias per studenti transgender. Le risposte ottenute, tuttavia, sollevano interrogativi sulla sua presunta neutralità. Dopodiché abbiamo chiesto alla stessa ChatGPT di generare un resoconto e una auto-critica di quanto da lei stessa fornito. Ecco cosa ci ha risposto


Inizialmente, ChatGPT ha illustrato la distinzione tra "sesso" e "genere" come fondamentale negli studi di genere. Ha poi approfondito la questione della transizione di genere per i bambini, mettendo in luce le diverse fasi e i trattamenti possibili, e ha evidenziato l'importanza del sostegno per giovani trans e non conformi al genere. Infine, ha spiegato il concetto di "carriera alias" nelle istituzioni scolastiche, sottolineando l'importanza del rispetto e della privacy per gli studenti transgender.

Sebbene queste risposte possano sembrare esaustive e ben articolate, emerge chiaramente un orientamento: le spiegazioni di ChatGPT appaiono infatti in linea con le posizioni e le narrazioni della comunità LGBT. Mentre l'assistente ha fornito informazioni dettagliate su questi argomenti, ha mancato di presentare una gamma completa di prospettive, trascurando quelle più critiche o contrarie a tale visione.

Ad esempio, mentre ChatGPT ha sottolineato l'importanza del sostegno per i giovani trans e ha evidenziato gli alti tassi di problemi di salute mentale in questa popolazione, non ha menzionato le critiche o le preoccupazioni espresse da alcuni esperti e gruppi sulla transizione di genere in giovane età. Allo stesso modo, non ha dato voce alle preoccupazioni di chi teme che l'insegnamento delle teorie di genere nelle scuole possa confondere i giovani o influenzarli in modo inappropriato.

Questo orientamento univoco solleva dubbi sulla promessa di OpenAI di garantire che le sue intelligenze artificiali siano neutrali e prive di pregiudizi. Se ChatGPT, uno dei prodotti di punta dell'azienda, fornisce risposte che appaiono orientate, come possiamo fidarci che altre IA dell'azienda siano veramente imparziali?

Queste osservazioni conducono a una riflessione più ampia sulla cultura tecnologica mainstream e sulle forze che la guidano. L'IA è addestrata su enormi quantità di dati, che sono, a loro volta, il prodotto di una cultura e di un contesto specifico. Se la cultura dominante ha una certa inclinazione, è possibile che anche l'IA rifletta, in qualche modo, quella inclinazione.

Questo non significa che ChatGPT o altre IA siano intrinsecamente "sbagliate" o "ingannevoli". Tuttavia, è essenziale riconoscere che, come qualsiasi prodotto culturale, possono portare con sé certi pregiudizi o orientamenti. Gli utenti, specialmente quelli che cercano informazioni su argomenti sensibili o controversi, devono essere consapevoli di questo e prendere le risposte fornite con un certo grado di scetticismo.

In conclusione, l'intervista condotta da Pro Vita & Famiglia ha messo in luce una faccia meno conosciuta della moneta dell'IA: la sua capacità di riflettere e, in qualche modo, amplificare le inclinazioni culturali dominanti. Come società, è nostro dovere interrogare e comprendere le forze che guidano queste potenti tecnologie, garantendo che servano veramente l'interesse di tutti e non solo di una visione particolare del mondo.

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