09/12/2021 di Manuela Antonacci

A Torino il primo museo dedicato all’omosessualità. Ne abbiamo davvero bisogno?

Se ne sentiva davvero la mancanza, in Italia, del primo museo dedicato all’omosessualità «per colmare una lacuna, per combattere discriminazioni e pregiudizi, per favorire la conoscenza e far conoscere battaglie di civiltà spesso dimenticate o non note alle nuove generazioni e per consolidare la fama di Torino come Capitale dei Diritti». Siamo ovviamente ironici, in riferimento all’ultima iniziativa targata Lgbt, che prevede anche una serie di mostre temporanee ed eventi e dove c’è persino una biblioteca con testi da consultare.

Un progetto voluto dal comitato promotore, che è stato da poco annunciato, formato da Angelo Pezzana e Maurizio Gelatti, a cui si sono aggiunte numerose personalità del mondo della politica e della cultura, come l’ex sindaco Chiara Appendino, Ugo Nespolo, Fulvio Gianaria e Vladimir Luxuria, ma anche l’assessore ai Diritti Marco Giusta, nuovo coordinatore del Torino Pride.

Fra i vari nomi quelli di Guido Accornero e Nicola Lagioia, rispettivamente fondatore e direttore del Salone del Libro di Torino e immancabili anche la senatrice Monica Cirinnà e il docente Antonio Pizzo, quest’ultimo fra i promotori niente meno che della cattedra di Storia dell'Omosessualità all'Università di Torino.

Ci chiediamo il senso reale di questa iniziativa e che valore simbolico e non possa avere per l’intera Torino, considerato che, sicuramente, non tutta la città aderisce ai dogmi arcobaleno. Come al solito, una ristretta minoranza si intesta “battaglie” che tendenziosamente attribuisce all’intera collettività, senza che realmente queste appartengano ai più, soprattutto perché le “discriminazioni” di cui si parla nelle motivazioni della nascita del Museo sono state smentite più volte dal disvelamento della bufala che vorrebbe l’Italia in piena “emergenza omofobia”. Il giustissimo contrasto a pochi casi di violenza non dovrebbe avallare iniziative simili, né essere ingigantito fino a trasformarsi in una emergenza nazionale.

Infine, dettaglio che invece stupisce e non poco è l’endorsement arrivato dalla Lega. Per mezzo dell’assessore regionale alle Politiche giovanili Fabrizio Ricca, infatti, è arrivato l’appoggio del carroccio. Ricca si è detto “favorevole” poiché “certe tematiche vanno intese come appannaggio di chiunque creda nella libertà e nell’autodeterminazione». In più Ricca ha addirittura citato i “troppo Paesi nel mondo in cui le preferenze sessuali diventano motivo di persecuzione”. Beh, ecco, di sicuro l’Italia – fortunatamente – non è neanche lontanamente paragonabile a uno di quei Paesi dove davvero le persone omosessuali sono discriminate, perseguitate e uccise in modo barbaro.

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