11/11/2021 di Francesca Romana Poleggi

A proposito di aborto. La Polonia ha la più bassa mortalità materna del mondo

La Polonia non ha pace. O meglio, è un Paese perfettamente pacifico, ma è al centro del mirino della cultura mondialista pro-morte che imperversa e vorrebbe tutti allineati al diktat del politically correct. Sappiamo già della pretesa ingerenza dell'Unione Europea negli affari costituzionali per i quali la Polonia giustamente rivendica la sovranità del popolo polacco. Recentemente, poi, è scoppiato un caso relativo alla legge polacca sull'aborto. 
 
Una donna di 30 anni è morta di sepsi, incinta di 22 settimane. Si chiamava Izabela. E il tragico evento è accaduto a settembre. L'avvocato della  famiglia, però, ora protesta e afferma che le cure salvavita sono state ritardate perché i medici temevano di infrangere le leggi restrittive sull'aborto vigenti in quel Paese. Il Governo è intervenuto con una nota ufficiale che chiarisce che la legge polacca consente l'aborto proprio quando la vita o la salute della madre è a rischio: i medici «non devono aver paura di prendere decisioni ovvie» su un eventuale aborto, scrive la nota.
 
È evidente che i medici hanno sbagliato. Ma è altrettanto evidente che i medici NON hanno rispettato la legge polacca! E infatti sono stati sospesi e i pubblici ministeri hanno avviato un'indagine nei loro confronti.
 
Ma come avvenne nel triste caso di Savita, in Irlanda, (un caso molto simile), la propaganda abortista non ha remore a sfruttare e strumentalizzare la morte di una donna per distorcere la realtà e mettere sotto accusa la Polonia prolife. Ai manifestanti, ai media, a nessuno viene in mente di andare a guardare i dati Oms sulla mortalità materna che chiunque può leggere qui con i suoi occhi.
 
Per mortalità materna si intende il numero di donne morte durante e dopo la gravidanza (quindi sono comprese  anche le donne che muoiono di aborto clandestino: le poverine saranno registrate come morte incinte, no?) Ebbene, in Polonia muoiono  2 donne su 100.000 prima o dopo il parto: record mondiale, in senso positivo. Basti confrontare con Paesi spregiudicatamente abortisti come gli Usa o il Canada, dove il tasso di mortalità materna è rispettivamente di 19 e 10. Molto più alto che in Polonia e più alto anche dei Paesi europei (anche in Italia siamo a 2; il Regno Unito sta a 7, la Francia 8) che hanno sì, l'aborto legale, ma non fino alla nascita come nei due "campioni" citati prima. Coincidenza?
 
Nessuno mai indagherà su questi dati, nel senso di correlare la mortalità materna alla possibilità di abortire per qualsiasi motivo e in qualsiasi tempo. Nessuno indaga, perché nessuno vuol mettere in discussione il tabù dell'aborto "libero, subito e gratuiito". Non solo: abbiamo buoni motivi per ritenere che i dati sulle conseguenze avverse dell'aborto, e sulle morti causate dall'aborto, siano sottostimati perché sotto-riportati: le morti e le cure prestate vengono infatti registrate sotto altra voce (setticemia, emorragia...) senza collegamento con l'aborto (legale) che le ha procurate. Ma questo è un altro capitolo di questa triste realtà. Ne abbiamo già parlato e torneremo ancora a parlarne: perché a noi interessa davvero la salute delle donne.
   
 
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