30/01/2020

A Bergamo un progetto nelle scuole per “educare alle diversità” che non convince

“Principesse e principi crescono. Educare alla parità per rispettare le diversità” è il titolo del convegno che si è tenuto ad Albino, in provincia di Bergamo, il 23 gennaio scorso. La serata ha avuto come finalità, così come si legge nella locandina stessa, quella di “introdurre il tema dell’educazione di genere” attraverso la presentazione di un progetto promosso e organizzato dall’associazione Fior di Loto e addirittura cofinanziato dalla Regione Lombardia.

All’associazione Fior di Loto, che fa da capofila, si sono poi aggregate l’associazione Scosse, notissima per i suoi progetti che, con la scusa della non discriminazione, introducono il gender nella scuole, Immaginare Orlando organizzatrice della quinta edizione del Festival Queer tenutosi a Bergamo due anni fa e Alilò Futuro Anteriore. Il progetto, almeno a detta degli organizzatori e dei membri delle suddette associazioni, intervenuti durante la conferenza, avrebbe avuto lo scopo di combattere la violenza “di genere”, rimuovendo stereotipi e pregiudizi. Le scuole coinvolte sono la Solari e la Romero di Albino.

La serata è iniziata con un video lunghissimo che mostrava le immagini di bambini che rispondevano alle seguenti domande: “Sei felice di essere maschio? Avresti preferito essere una femminuccia?”. Poi viceversa alle bambine: “Cosa vorresti fare da grande? Cosa pensi che le femminucce potrebbero fare da grandi? Cosa pensi che una femmina non potrà mai fare da grande?”. Mentre ai maschietti veniva chiesto: “Cosa fa la tua mamma? Cosa non potrebbe mai fare la tua mamma?” e viceversa per la figura paterna. Ovviamente le risposte dei bambini erano fresche e simpatiche e non sembravano evidenziare pregiudizi. Ciò che, invece, ha destato perplessità nei presenti al convegno è stato l’intervento dell’associazione "Immaginare Orlando", formata da attivisti Lgbt che avrebbe dichiarato la loro intenzione di andare da questi ragazzini (dalle scuole d’infanzia alle superiori) “a spiegare la differenza tra genere e sesso". "Spiegheremo loro l'esistenza di tanti tipi di famiglie" - hanno affermato - e “ci avvarremo di strumenti quali libri fiabe, canzoni video, che cambieranno con l'età degli studenti".

Il progetto è stato elogiato pubblicamente dalla dirigente scolastica della “Romero” che però non avrebbe risposto alla domanda di una delle persone presenti al convegno sulla possibilità per i genitori degli alunni, di essere informati per tempo riguardo il progetto. A rispondere, invece, con un esplicito "no, non serve" è stata la professoressa Cristiana Ottaviano, socia di Alilo' Futuro Anteriore e professoressa di "genere" all'università di Bergamo che peraltro ha tenuto un lungo discorso tutto incentrato sulla necessità della rimozione degli stereotipi.

La Ottaviano avrebbe sottolineato con decisione il “legame forte tra gli stereotipi e la violenza di genere”, avrebbe anche sottolineato quanto “la convenzione di Istanbul ci impegna, anzi ci obbliga a mettere in atto progetti negli orari scolastici sulla prevenzione della violenza di genere […]”. Per questo “si partirà dalla destrutturazione degli stereotipi e dei pregiudizi a scuola”. Sebbene il fine di combattere la violenza sia lodevole, tuttavia (se davvero è questo il fine) non capiamo cosa si intenda per “abbattimento degli stereotipi e dei pregiudizi” che peraltro nei video mostrati all’inizio del convegno non sono affatto emersi nei discorsi dei bambini che anzi hanno più volte sottolineato che l’uomo e la donna hanno gli stessi diritti e la stessa dignità.

Non ci convince nemmeno l’intervento dell’associazione Immaginare Orlando che avrebbe parlato, come hanno riferito alcune persone presenti, della volontà di spiegare ai ragazzi la differenza tra sesso e genere e dell’esistenza di tanti tipi di famiglie: cosa c’entra questo con la violenza “di genere”?

Vigileremo pertanto per verificare i reali contenuti di questi “corsi” e speriamo che non accada, ancora una volta, che un tema serio come quello del contrasto alla violenza venga strumentalizzato solo ed esclusivamente per fare da cavallo di Troia all’introduzione di teorie strampalate, senza alcun fondamento scientifico, che finiscono solo per turbare la mente e il cuore dei ragazzi e ancora di più dei più piccoli.

 

di Manuela Antonacci

 

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