08/03/2019

#8Marzo, le donne sono molto più dell’aborto

Il più grave attacco alla dignità delle donne, la più grande ‘cosificazione’ delle donne in questo #8M2019 viene da Strasburgo. Il Commissario per i diritti umani del Consiglio di Europa, la signora Dunja Mijatović, in occasione della Giornata della donna, ha sottolineato che «alcuni Stati ancora mantengono quadri giuridici altamente restrittivi e tali da impedire l’accesso all’aborto sicuro e legale, e anzi criminalizzano il supporto dato alle donne per abortire». Già il solo titolo del suo messaggio alle donne di tutti e 47 i Paesi del Consiglio di Europa è tragicamente esplicativo della idea che la bellezza e dignità femminile consistano solo nell’abortire : «Dobbiamo pretendere (alzarci in piedi) per i diritti sessuali e riproduttivi delle donne».

È ovvio che il mandato del Commissario Mijatović prevede la protezione dei diritti umani di tutti, incluse le donne e gli uomini che potrebbero essere nel ventre materno in attesa della nascita. È stupefacente che invece il non nato non sia una sua preoccupazione. Ancor più bizzarro che secondo lei ‘i non nati non godano dei diritti umani’: «I rifiuti di fornire cure per l’aborto da parte di professionisti medici per motivi di coscienza sono diventati gravi nei Paesi in cui essi agiscono e soprattutto nei Paesi che non hanno regolato la materia». Dunque anche il diritto umano al rispetto della coscienza di ciascuno dovrebbe essere limitato o abolito secondo il Commissario dei Diritti Umani?

Immaginare l’aborto come un diritto umano o parte dei diritti riproduttivi, definizioni mai approvate in una Convenzione o documento vincolante a libello internazionale, non è semplicemente falso, è soprattutto contrario a qualsiasi logica dei diritti umani. La Festa della donna dovrebbe promuoverne i diritti, il rispetto e la straordinaria intelligenza creativa, oltreché il valore insostituibile all’interno della famiglia, della cultura, della scienza e della società. Invece, anche nelle parole che provengono dall’Europa dei ‘diritti storti’ non si trova nulla di positivo sul genio femminile, nulla contro l’aborto né contro le migliaia di aborti selettivi contro le bambine praticati sul suolo europeo, nulla contro le bimbe abortite perché affette da sindrome down, nulla delle bimbe e delle madri schiavizzate nella pratica dell’utero in affitto, nulla sulle bimbe a cui è impedita l’educazione, nulla delle schiave della prostituzione…

L’aborto, come si ripete, indica la bussola morale di un Paese, in questo caso dell’intero continente europeo. Non è una questione di moralità individuale, né di scelte personali. La causa dei non nati, i cittadini più deboli di tutti, è sulle spalle di tutti. Ridurre le donne a ‘richiedenti aborto’ è una vergogna indelebile, ancor più considerato che per le donne la ricerca della vita, e non la morte, è l’istinto naturale.

Luca Volontè

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