Il 17 maggio (ieri), in occasione della nona Giornata Internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia , istituita su iniziativa dell’Unione europea nel 2007, come ogni anno, in Italia e nel mondo, si sono moltiplicati gli slogan e le dichiarazioni ideologiche contro il bullismo omofobico e le discriminazioni di genere.
Tra i tanti volti, noti e meno noti, scesi, puntualmente, in campo contro l’omofobia, vi è anche il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il quale ha diramato una nota istituzionale in cui ha espresso la propria vicinanza a quanti si battono in difesa dei diritti LGBTQ, affermando: “desidero incoraggiare quanti in questi anni si sono battuti e continuano a battersi contro ogni forma di discriminazione basata sull’orientamento sessuale delle persone”.
Il Capo dello Stato ha inoltre sottolineato l’importanza di garantire l’eguaglianza di diritti a ciascuno, indipendentemente dal proprio orientamento sessuale, scrivendo: “Il principio di uguaglianza, sancito dalla nostra Costituzione e affermato nella Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione europea, non è soltanto un asse portante del nostro ordinamento e della nostra civiltà. Esso costituisce un impegno incessante per le istituzioni e per ciascuno di noi. (…) E’ compito della società nel suo insieme abbattere i pregiudizi dell’intolleranza. E costruire al loro posto una cultura che assuma l’inclusione come obiettivo sociale, che applichi il principio di eguaglianza alle minoranze, che contrasti l’omofobia e la transfobia, perché la piena affermazione di ogni persona è una ricchezza inestimabile per l’intera comunità”.
Dall’altra parte dell’Atlantico anche Barack e Michelle Obama non hanno perso l’occasione per ribadire il loro impegno a favore della causa LGBTQ, dichiarando in un comunicato ufficiale: “I diritti di lesbiche, gay, bisessuali e transgender (LGBT) sono diritti umani. Tutti devono poter vivere senza paura, violenza, discriminazione, indipendentemente da chi sono e da chi amano”.
Il presidente americano, che ha fatto dei diritti omosessuali un cavallo di battaglia della propria azione politica, ha inoltre promesso di proseguire, a tutto campo, la battaglia intrapresa: “Questa battaglia non sarà vinta in un giorno. Ma continueremo a lavorare in questa direzione negli Usa e all’estero”.
Anche le “Nazioni Unite”, impegnate in prima linea sulla tematica con la campagna “Free & Equal”, non hanno fatto mancare il loro sostegno a favore della comunità LGBTQ, proiettando sul celebre schermo gigante di Times Square, a New York, un video di 2 minuti e mezzo a favore della causa LGTBQ. Nel video, che è un vero e proprio spot a favore dell’omosessualità, sono rappresentati personaggi di vario genere immortalati nel loro posto di lavoro quotidiano. Tra loro un pompiere, un poliziotto, un insegnante, un elettricista, un dottore e, dulcis in fundo, una coppia di genitori dello stesso sesso.
Alla fine del video compare anche il Segretario Generale dell’ONU, Ban Ki-moon, che fa un accorato appello personale all’accettazione e non discriminazione delle persone LGBTQ. L’intento del video è evidente, un copione visto e rivisto, nel quale il messaggio che si vuole trasmettere alle migliaia di spettatori che ogni giorno affollano la piazza nel cuore di Manhattan è la normalizzazione dell’omosessualità e di ogni tendenza sessuale.
Infatti nella sostanza non si tratta di stigmatizzare le ingiuste eventuali persecuzioni e discriminazioni che le persone dovessero subire solo per le loro preferenze sessuali.
La comunità LGBTQ gode dunque del decisivo appoggio delle istituzioni nella sua opera di sovvertimento morale della società. La propaganda omosessualista, in nome di un falso principio di uguaglianza, pretende il riconoscimento di presunti nuovi diritti umani, fondati unicamente sui mutevoli desideri e le volontà soggettive dell’individuo. I promotori di tali rivendicazioni, paradossalmente, sono inoltre le stesse persone che, in nome della libertà di scelta, negano il primo e più elementare dei diritti umani, senza il quale tutti gli altri perdono di senso: il diritto alla vita. In questo senso, la giornata del 17 maggio rappresenta un festival dell’ipocrisia e del politicamente corretto, alla quale bisognerebbe contrapporre una giornata dell’eterofobia per denunciare il clima di boicottaggio, isolamento e persecuzione che, realmente, circonda coloro che proclamano la bellezza e l’unicità della famiglia naturale.
Rodolfo de Mattei