10/09/2022

10 settembre, Giornata mondiale per la prevenzione del suicidio

Mentre in Italia, nei mesi scorsi, alcune forze politiche hanno proposto e discusso (per fortuna non arrivando a conclusione) la legalizzazione del suicidio assistito, l'Associazione Internazionale per la Prevenzione del Suicidio, IASP, composta da accademici, professionisti della salute mentale, operatori sociali, volontari e sopravvissuti ad un tentativo di suicidio, si adopera per la prevenzione del suicidio sviluppando strategie e creando partnership collaborative al fine di ridurre l'incidenza del suicidio e del comportamento suicidario. Iasp, informa su dati inquietanti e allarmanti:
 
- L'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) stima che circa 800.000 persone ogni anno muoiano a causa del suicidio. Per ogni suicidio ci sono molti tentati suicidi. Un decesso su 100 nel mondo è il risultato di un suicidio. Un suicidio ogni 40 secondi, dicono. 
 
- Le misure di contrasto al COVID-19 degli anni scorsi hanno contribuito ad aumentare il senso di isolamento e di vulnerabilità. Creando speranza attraverso l'azione, possiamo accendere una luce nel cuore di coloro che vedono solo buio.
 
- La Giornata Mondiale per la Prevenzione del Suicidio è un'opportunità aumentare la consapevolezza sul problema del suicidio e promuovere azioni attraverso mezzi efficaci per ridurre il numero di suicidi e di tentativi di suicidio a livello globale.
 
- Dobbiamo «Creare speranza attraverso l'azione», dice lo IASP: esiste sempre un'alternativa al suicidio. E le nostre azioni, non importa quanto grandi o piccole, possono fornire speranza a coloro che stanno lottando con gli istinti suicidari.
 
- I pensieri suicidi sono complessi. I fattori e le cause che portano al suicidio sono complessi e molteplici. Non c’è un approccio unico che funziona per tutti. Quello che sappiamo è che ci sono alcuni fattori ed eventi della vita che possono rendere qualcuno più vulnerabile al suicidio. Come anche certe condizioni di salute mentale mentale (ansia e depressione). Le persone con tendenze suicide possono sentirsi come intrappolate o come un peso per i loro amici, la famiglia e coloro che li circondano e si sentono profondamente sole, senza altre opzioni. 
 
- Prevenire il suicidio è possibile: ciascuno di noi è  un attore chiave nella prevenzione, come figlio, come genitore, come amico, come collega o come vicino di casa. Tutti noi possiamo svolgere un ruolo importante nel sostenere coloro che stanno vivendo una crisi suicidaria o coloro che sono in lutto per il suicidio di una persona cara.
 
Ed è proprio questo, ciò su cui pochi riflettono: la cosa riguarda ciascuno di noi, perché ogni suicidio è devastante e ha un profondo impatto su coloro che ne sono coinvolti. Il comportamento suicidario sconvolge le famiglie e le comunità: ogni suicidio in media coinvolge 135 persone.
 
Ciascuno di noi può aiutare a dare speranza a qualcuno. Tutti noi possiamo svolgere un ruolo, non importa quanto piccolo. Potremmo non sapere mai cosa facciamo che fa la differenza. Non è necessario dare soluzioni a problemi concreti. Basta dedicare tempo e spazio per ascoltare gli altri.
 
«Le chiacchiere possono salvare vite» e creare un senso di connessione e speranza in qualcuno che potrebbe essere in difficoltà, anche a nostra insaputa. Le persone che sono state toccate dal suicidio, perché ci hanno provato, o perché qualcuno a loro caro l'ha fatto,  hanno un ruolo privilegiato. Le storie personali di esperienze di disagio emotivo significativo, di pensieri o tentativi suicidi superati, e le esperienze di recupero possono dare speranza agli altri. Coloro che condividono esperienze di lutto a causa di un  suicidio, possono aiutare quelli che stanno vivendo il trauma di una perdita. Possono aiutare ad elaborare il lutto, a dare un senso alla devastazione del suicidio a credere che saranno in grado di continuare a vivere nonostante la perdita.
 
Non serve legalizzare il suicidio assistito: chi soffre non vuole - in realtà - morire: vuol lenire le sue sofferenze. 
 
Legalizzare il suicidio assistito vuol dire abbandonare i malati, i depressi, gli infelici al loro destino.  
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