11/06/2021 di Giuliano Guzzo

X Factor cambia e abbraccia l’ideologia Lgbt. Ecco cosa ci aspetta

Doveva essere un semplice addio alle «categorie di genere», ma in realtà sarà purtroppo molto altro. Stiamo parlando della nuova edizione di X-Factor, della quale già da giorni si sapeva che, appunto, avrebbe avuto luogo con l’eliminazione della categoria che separa i cantanti uomini da quelle donne. Una svolta che, in realtà, non è stata salutata negativamente da nessuno, visto che fior di competizioni proprio canore – da Sanremo al talent Amici – già hanno pacificamente imboccato questa strada. Inoltre, è da molto tempo che il pubblico apprezza la voce di un’artista indipendentemente dal fatto che egli sia maschio o femmina. Nihil novi sub sole, quindi.

Il punto, qui, è però un altro. Lo si evince dall’annuncio che, sui propri canali social, ha diffuso direttamente X-Factor, in vista della sua nuova stagione. Eccolo: «Liberiamoci dai confini e mettiamo la musica al centro! XF2021 sostiene la libertà e racconta un mondo dove le etichette non sono prestabilite ma fluide: senza età, limitazioni geografiche e confini di genere». Ora, bastano già queste parole – specie «etichette non sono prestabilite ma fluide» - a sollevare una quale perplessità. Che purtroppo trova conferma nell’immagine del post scelto dalla trasmissione per veicolare tale annuncio, vale a dire un arcobaleno con, al centro, un messaggio eloquente: «Via ogni confine».

Naturalmente, ci sarà chi riterrà una simile svolta Lgbt come qualcosa di positivo, da salutare con favore. Tuttavia, esistono ottimi motivi per guardare con scetticismo a tutto questo. In primo luogo perché sposare la causa arcobaleno significa, di fatto, dare una connotazione politica a un prodotto che dovrebbe essere di tutti e per tutti, senza distinzione di colore politico e credo religioso; a meno che, ovvio, non s’intenda quella Lgbt come la sola antropologia possibile: ma in quel caso si andrebbero solo a confermare i peggiori sospetti in ordine all’esistenza del pensiero unico. Bisogna pensarci bene.

In secondo luogo, va rimarcato come X-Factor sia una trasmissione fatta, ma soprattutto seguita da giovani. Tantissimi giovani. Questo significa che, se ci dovesse essere davvero una piega «fluida» dei suoi contenuti, un piacevole momento di musica e svago per tanti ragazzi e ragazze rischierebbe di snaturarsi in una discutibile occasione di indottrinamento. Basti pensare, in proposito, alle testimonianze – che vanno purtroppo moltiplicandosi nel mondo – di giovani trans pentiti e che indicano proprio nei media l’ispirazione che li aveva portati ad un «cambio di sesso» poi rivelatosi assai deludente.

Volendo poi sviluppare una considerazione oltre i confini della stretta attualità, c’è da dire che, in generale, quel «via ogni confine» si può a buon diritto considerare un messaggio diseducativo. A prescindere. Perché non ogni confine, è vero, rappresenta qualcosa di positivo. Esistono infatti confini divisi, ingiusti, asfittici.

Tuttavia, se da una parte non tutti i confini sono salutari, è anche vero che senza confini l’uomo cade in un vortice autodistruttivo: inevitabilmente. Per il semplice fatto che noi siamo, a tutti gli effetti, anche i nostri limiti, che sono di età, sesso, capacità, vita in definitiva. In questo senso, i nostri limiti non andrebbero camuffati o negati, ma riscoperti. Apprezzati perfino. Soprattutto in una epoca tormentata come la nostra dove la già grave crisi educativa, a quanto pare, è ampiamente sconfinato – per restare in tema – sul terreno dei media. E non è affatto una buona notizia, tutt’altro.

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