28/02/2020

Verona, prevista e poi annullata assemblea scolastica sul gender

Un’assemblea d’istituto avente a tema il gender e i diritti delle persone lgbt. Per di più con obbligo di presenza per studenti e docenti. Era questo il rischio che pendeva sull’istituto “Michele Sanmicheli” di Verona per la fine del mese. L’appuntamento è stato poi annullato a seguito delle proteste di numerosi genitori, dopodiché la dirigente scolastica Sara Agostini ha informato insegnanti, allievi e genitori che il tema dell’assemblea di oggi, 28 febbraio, sarebbe stato Il valore dello sport.

«Ritengo sia una vittoria del buonsenso», ha dichiarato l’onorevole Vito Comencini, in un post sul suo profilo Facebook. Il parlamentare veronese, che era stato oggetto di polemiche per la sua contrarietà all’iniziativa didattica a sfondo arcobaleno, ha aggiunto: «Io guardo avanti a testa alta. Sono convinto che altri temi siano prioritari per gli istituti scolastici».

L’originario tema Comunità e diritti comunità LGBTQ+, era stato presentato nel verbale di convocazione come «un argomento attuale, che interessa la realtà quotidiana», con l’obiettivo di «spiegare e far riflettere gli studenti su una questione di cui si sente parlare ogni giorno, in modo da avere più consapevolezza, rendendo gli alunni più attenti alla realtà che li circonda», quindi di «fare informazione» a riguardo. Nel verbale, la dirigente scolastica Sara Agostini aveva annunciato che l’assemblea sarebbe iniziata «con la proiezione di brevi filmati sull’argomento», senza entrare in ulteriori dettagli sulle attività successive.

L’assemblea d’istituto, inoltre, figura come attività formativa obbligatoria, pertanto «gli assenti dovranno portare la giustificazione il giorno seguente», si legge nel verbale. L’assemblea si tiene in due sessioni (08:00-10:30 e 10:30-12.55) per consentire l’ingresso della totalità del corpo docente e discente. Al termine delle rispettive sessioni «gli alunni sono liberi di tornare dalle proprie famiglie»: una precisazione forse superflua ma quantomeno beffarda, che parrebbe quasi sottintendere che la libertà educativa dei genitori è in qualche modo “vincolata” ai diktat della scuola.

Non è tutto: il verbale di convocazione conclude precisando in neretto che «anche quest’anno il numero degli studenti partecipanti all’assemblea dovrà essere almeno il 70% degli alunni di ogni classe. In caso contrario, la classe con meno del 70% non sarà ammessa alle successive assemblee». Una regola preesistente, dunque, che, tuttavia, pareva calzare a pennello per un’iniziativa obbligatoria inclusa nel piano formativo, dal chiaro sapore “indottrinante”.

 

di Luca Marcolivio

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