28/05/2021 di Luca Marcolivio

Vaccini. M. Assandri (La Genesi): «Abominio costringere a utilizzare feti abortiti»

Tra le associazioni che si stanno battendo contro l’utilizzo di vaccini ricavati da feti abortiti, c’è “La Genesi”. A riguardo, Pro Vita & Famiglia ha raccolto il parere della presidente Marina Assandri, secondo la quale, per un pro-life è legittimo, nonché doveroso, rifiutare una cura, che, oltre ad andare contro la propria coscienza, è probabilmente inefficace e, soprattutto, non rappresenta l’unica via di uscita dalla pandemia.

 

Esistono cure alternative per questi vaccini, considerati da più parti eticamente discutibili?

«Dobbiamo innanzitutto affermare che, contro il Covid-19, non esistono cure alternative ma semplicemente ci sono delle cure. Parliamo di quelle stesse cure che numerosi medici di tutto il mondo hanno utilizzato a beneficio di milioni di persone. Quindi, se esistono le cure, perché inoculare vaccini che altro non sono che farmaci sperimentali? Per mettere in circolazione dei farmaci sperimentali non dovrebbe esistere alcuna cura. Molti medici hanno infatti rivendicato il proprio diritto-dovere di somministrare presidi disponibili come eparina, aspirina, cortisone, idrossiclorochina, che hanno una lunga e documentata storia d’applicazione terapeutica. Questi medici si erano rivolti alla giustizia, il TAR aveva approvato le cure domiciliari ma AIFA e il Ministro Speranza hanno impugnato la sentenza perché venisse annullata dal Consiglio di Stato. Il vaccino non è la soluzione ma è il problema».

Potremmo sperare in un vaccino “etico”?

«Vaccini “etici” al momento non esistono. Quelli in uso adesso, in primo luogo – lo ribadiamo – sono cure sperimentali e non vaccini. Tutto ciò dovrebbe far nascere dei dubbi. Come cittadina italiana, che osserva le leggi dello stato, una delle quali consente appunto l’aborto, tenderei a sospendere il giudizio. Rispetto le leggi italiane però, in questo caso, sono stati abbondantemente superati i limiti. Le linee cellulari presenti nei vaccini sono ricavate da aborti appositamente provocati per questo scopo. Siamo dunque non solo in palese violazione della legge italiana ma anche di ogni parvenza di etica umana».

Cosa pensa di quanto affermato dai vescovi statunitensi, che hanno esortato le case farmaceutiche a creare vaccini, senza il ricorso a feti abortiti?

«Anche i vescovi americani hanno detto no a questi vaccini, a causa della presenza di tessuto fetale abortito, quindi sono completamente d’accordo con loro».

Cosa risponde a quanti obiettano che le linee cellulari dei vaccini attuali corrispondono a feti abortiti molti anni fa?

«Non si può applicare il concetto di “remoto” a un concetto etico-morale in continua evoluzione e in continuo divenire anche sotto un profilo scientifico.  Se vengono utilizzate linee cellulari di aborti appositamente provocati, siamo in palese violazione non solo delle leggi ma anche di ogni parvenza di etica umana. Se sono contro l’aborto, come potrei farmi inoculare un vaccino con feti abortiti provocati? Se esistono le cure, perché dovremmo fare da cavie? Chi sono le case farmaceutiche per decidere della nostra salute e della nostra decisione di fare o non fare da cavia o di farci inoculare dei farmaci sperimentali ricavati da feti abortiti? Poniamoci delle domande e diamoci delle risposte. Non è ammissibile accettare l’abominio della perdita della libertà di scelta».

Se contro il Covid esistessero vaccini che non mettono davanti a un dilemma etico, lei li utilizzerebbe?

«Non sono assolutamente una no vax. Sono però per i vaccini non per i farmaci sperimentali. Sono due cose ben diverse. Tra l’altro, se esiste una cura, perché fare da cavie? Un vaccino, per essere tale, deve essere sperimentato dai 5 ai 10 anni. Com’è stato possibile ricavarlo in 8-9 mesi? E i danni che può fare questo vaccino non li conosce nemmeno chi li ha diffusi. Come possono obbligare le persone a farsi inoculare un farmaco di cui non si conoscono le avversità? O è incoscienza o dietro c’è un piano politico. Si travestono con i paramenti sacri della democrazia. Obbligare i cittadini a fare qualcosa che va a ledere la loro salute, è aberrante».




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