14/02/2016

Unioni civili da bocciare, “con la ragione, oltre gli steccati”

Ennesima ferma e sonora protesta contro l’iniquo e assurdo ddl Cirinnà e le unioni civili.

Dopo la petizione dei giuristi (che all’inizio di febbraio era arrivata quasi a 600 firme), si è mobilitato, stavolta, il mondo accademico e dei professionisti.

Gira in rete una petizione intitolata “Con la ragione, oltre gli steccati”, promossa da “pedagogisti, filosofi, sociologi, medici e altre figure competenti in ambito antropologico”, che firmano – però – come persone, come esseri umani, perché “Ciò di cui stiamo parlando – dice a IlGiornale.it la dott.ssa Chiara Atzori – sono fondamenti antropologici, pre-confessionali, pre-partitici, di ragione. Non questioni universitarie”.

“Con la ragione, oltre gli steccati”, quindi al di là dei convincimenti religiosi, politici e assiologici personali, i firmatari ribadiscono:

la priorità del nucleo familiare madre-padre-figli rispetto a una visione atomistica in cui si viene di fatto ridotti a individui, a “consumatori dotati di diritti” fruibili in base alle leggi del mercato;

– la riabilitazione dell’evidenza, oggi oscurata, che è innanzi tutto nella rete bio-psico relazionale inter e intrafamiliare che si sviluppa la persona umana;

il valore del corpo e della persona umana, che non possono mai venir ridotti a oggetto di mercificazione;

– il rifiuto di una concezione che considera gameti, organi e il corpo delle donne come “cose”, beni giuridici disponibili e “mezzi” utilizzabili a fini riproduttivi. 

steccato_unioni civili_ragioneI firmatari inoltre rivendicano il diritto e la libertà di potere esprimere posizioni autonome e fuori dal coro rispetto al pensiero unico (il cosiddetto “gender mainstreaming”) imposto dalla dittatura dell’ideologia gender.

Sulla base di forti prove biologiche, psicologiche, pedagogiche, sociologiche e giuridiche, infatti, è evidente che “esistono uomini e donne, non “generi”, né sfumature arcobaleno di ontologie variabili suscettibili di decostruzione e arbitraria ricostruzione meramente “culturali” o comunque arbitrarie”.

Quindi essi richiamano i politici ad un discernimento attento contro il rischio di approvare proposte di legge non adeguatamente esaminate nei loro fondamenti antropologici, né condivise culturalmente da un’ampia rappresentanza del popolo italiano, tradendo di fatto la sovranità popolare e il criterio democratico”.

I primi firmatari sono (in ordine alfabetico) Giovanna Arminio, avvocato, Chiara Atzori, medico infettivologo, Alessandro Benigni, docente di Filosofia, Monica Boccardi avvocato, Laura Boccenti, filosofa, Paola Bonzi, Presidente del CAV Mangiagalli, Lorenzo Borrè, avvocato, Giorgia Brambilla, bioeticista, Belinda Bruni, Tonino Cantelmi, psichiatra, Samuele Cognigni psicologo, Ferdinando Costantino, ricercatore universitario, Serena Del Zoppo medico ginecologo, Mariella Ferrante, insegnante, Silvio Fontanini, neuropsichiatra infantile, Luisa Fressoia pedagogista, Daniela Frizzele, pedagogista, Michael Galster, imprenditore, Giuliano Guzzo sociologo, Gilberto Gobbi psicologo, Massimo Introvigne, sociologo, Gianluca Marletta, antropologo, Nicola Natale, medico ginecologo, Giuseppe Noia, ginecologo, Maristella Paiar avvocato, Enzo Pennetta, biologo e dottore in farmacia, Piercarlo Peroni, avvocato, Furio Pesci , pedagogista, Giancarlo Ricci, psicoterapeuta, saggista, Giovanna Rossi sociologa, Giancarlo Rovati, sociologo, Paolo Scapellato, psicologo, Paolo Sorbi, sociologo, Serenella Trezza, neuropsichiatra, Piero Viotto pedagogista.

Redazione

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