20/01/2016

Matrimonio gay – Si allunga la lista dei giuristi che dicono NO

Abbiamo già scritto dell’iniziativa del Centro Studi Livatino che ha scritto un documento critico alla legalizzazione del matrimonio gay, con conseguenti adozioni, camuffata da “unioni civili”, nel ddl Cirinnà.

Quando ne abbiamo parlato, cinque giorni fa, il documento era stato sottoscritto da più di 100 giuristi. Si è subito aggiunta la firma del  nostro Direttore Editoriale, Francesca Romana Poleggi. Oggi apprendiamo da Tempi che le sottoscrizioni hanno superato di gran lunga le trecento unità.

Si tratta esclusivamente di giuristi, magistrati, avvocati, docenti di materie giuridiche, notai, che vogliono far pesare la critica dal punto di vista tecnico giuridico.

Tra le firme più prestigiose di questa seconda fase, come si può notare dall’elenco che potete vedere cliccando qua, ci sono quelle di presidenti o vicepresidenti emeriti della Corte Costituzionale come Riccardo Chieppa e Fernando Santosuosso, che si aggiungono a Paolo Maddalena; di docenti universitari che hanno fatto la storia dell’Accademia in Italia, come Ferrando Mantovani, Pierangelo Catalano, Ivo Caraccioli, di costituzionalisti come Luca Antonini e Felice Ancora, di civilisti come Paolo Papanti Pelletier; di magistrati giustizia_diritto_matrimonio gay_leggeordinari con competenza specifica nel settore dei minori come Simonetta Matone, sost. procuratore gen. a Roma e M. Cristina Rizzo, procuratore della Rep. per i minorenni a Lecce, o da poco andati in congedo con immutato prestigio, come Alda Maria Vanoni, già presidente di sez. civile al Tribunale di Milano e Renato Samek Lodovici, già presidente di Corte di assise a Milano, o già componenti del Consiglio Superiore della Magistratura come Antonello Racanelli, Fabio Massimo Gallo e Francesco Mario Agnoli; di magistrati di altre giurisdizioni, come Salvatore Sfrecola, presidente di sezione della Corte dei Conti; di avvocati con incarichi rappresentativi del mondo forense, come Carlo Testa; di notai provenienti dall’intero territorio nazionale.

Ricorda Tempi, fra le perplessità sollevate: a) la sovrapposizione, contenuta nel ddl, del regime matrimoniale a quello delle unioni civili, la cui sostanza fa parlare a pieno titolo di “matrimonio” fra persone dello stesso sesso, b) il danno per il bambino derivante dall’adozione same sex, con la eliminazione di una delle figure di genitore e la duplicazione dell’altra, c) la circostanza che si giungerebbe direttamente alla legittimazione dell’utero in affitto.

Per ulteriori sottoscrizioni si può scrivere a [email protected].

Redazione

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