08/06/2019

Trump annulla un nuovo contratto di compravendita di feti abortiti

Ottime notizie dal fronte pro life: il presidente Donald Trump ha annullato un altro contratto, stavolta da 2 milioni di dollari, per l’acquisto di parti del corpo di bambini abortiti, destinati alla ricerca.

La decisione è stata presa in seguito alla denuncia di alcune associazioni pro life preoccupate dalla notizia dell’acquisto di membra umane di bambini abortiti a opera del Fda (Food and Drug Administration) l’ente governativo statunitense che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici e del National Institutes of Health (Istituti Nazionali di Sanità) agenzia del Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani degli Stati Uniti i cui fondi sono destinati ai ricercatori degli stessi Istituti, ma anche a istituzioni esterne, come università, ospedali e altri istituti di ricerca statunitensi e stranieri.

I dettagli, scoperti dalla Cns News nel 2018, sono incentrati su un contratto del Nih con l’Università della California di San Francisco, che fornisce denaro per l’acquisto di parti del corpo sane di feti abortiti, al fine di condurre esperimenti che coinvolgono “;topi umanizzati”.

Ma il caso era già scoppiato, precedentemente, lo scorso agosto, quando era emersa una nota della Food and Drug Administration che si riferiva a un contratto con la ditta di approvvigionamento di tessuto fetale Advanced Bioscience Resources, Inc. (Abr) finalizzato ad acquisire appunto “tessuto per topi umanizzati”. Decine di leader pro vita e membri della Camera hanno allora cominciato a fare pressione sia sulla su Fda sia sulla Hhs (Dipartimento per la salute e i servizi umani dell’amministrazione Trump) per sciogliere il contratto.

Non è tardata ad arrivare la risposta positiva dell’amministrazione del Presidente, che si è impegnata a rivedere i finanziamenti e a organizzare sessioni di ascolto, sulla ricerca, con scienziati, bioeticisti e gruppi pro life. Finché, mercoledì scorso, il Dipartimento per la salute e i servizi umani (Hhs) ha annunciato che non rinnoverà un simile contratto con l’Università della California, scaduto questa settimana.

Infatti, in seguito a questo provvedimento, l’Hhs stesso, ha emesso un breve comunicato in cui si legge anche che «promuovere la dignità della vita umana dal concepimento alla morte naturale è una delle massime priorità dell’amministrazione del Presidente Trump». Inoltre, lo stesso Dipartimento ha annunciato che creerà apposite commissioni etiche che supervisioneranno tutte le ricerche “extramurali” che coinvolgono il tessuto fetale.

«Questa è una grande vittoria a favore della vita e ringraziamo il Presidente Trump per aver intrapreso un’azione decisiva. È oltraggioso e disgustoso l’essere stati complici, con i dollari dei nostri contribuenti, di un tipo di sperimentazione in cui sono state usate parti del corpo di bambini abortiti. Il National Institutes of Health ha speso 120 milioni di dollari all’anno per esperimenti macabri e non etici che coinvolgono cuori, fegati, ossa e cervelli raccolti da bambini troppo piccoli e vulnerabili per parlare da soli», ha detto Marjorie Dannenfelser, presidente della Susan B. Anthony, un’organizzazione politica americana che cerca di far andar avanti le donne pro life in politica.

Inoltre lo scorso dicembre la dottoressa Tara Sander Lee, dell’istituto Charlotte Lozier (che raccoglie esperti in scienza e bioetica) ma anche donna di scienza con 20 anni di esperienza in medicina accademica e clinica, specializzata in pediatria, ha dichiarato davanti al Congresso, che la ricerca sul tessuto fetale non è affatto necessaria dal punto di vista medico: in quanto, meno dello 0,4 per cento del bilancio del Nih è attualmente destinato alla ricerca sul tessuto fetale e che «dopo oltre 100 anni di ricerca, non sono state scoperte o sviluppate terapie che richiedono tessuti fetali abortiti» e che gli scienziati, oggi, possono tranquillamente avere accesso a una gamma infinita di strumenti molto più etici per le loro ricerche, comprese quei tipi di cellule che hanno la capacità di trasformarsi in altri tipi di tessuti.

Manuela Antonacci

Fonte: LifeNews

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