19/08/2021

Testimonianza di Kathy, ex impiegata in una clinica abortista: «Perché ho lasciato»

Negli anni '80, Kathy Sparks Lesnoff ha trovato lavoro in una clinica per aborti in Illinois. Non era ancora diplomata infermiera, ma l'hanno assunta lo stesso e lei aveva molto bisogno di lavorare per finire gli studi e mantenere la famiglia. La pagavano molto bene e lei era convintamente pro-choice, abortista.
Era stata assunta come assistente di sala operatoria, ma faceva di tutto, anche rispondere al telefono. Si praticavano 40 aborti al giorno, 60 il sabato. Non bisognava far cambiare idea alle donne, non bisognava mai madarle via (lo scoprono i genitori e le convinvono a non abortire, o decidono di andare da un'altra parte).  «Èra un grande, enorme business per fare soldi, ecco cos'era. Non importava la donna. Si preoccupavano di quanti aborti potevano fare in un giorno».
«Vedevo braccia e gambe di bambini. L'ho viste. Eppure il mio cuore era molto, molto duro. I soldi erano tanti e ero addestrata in un modo particolare. Continuavo a dire che stavo aiutando le donne».
Intanto la vita di Kathysi complicava. È stata sull'orlo del divorzio e del suicidio, poi - grazie alla suocera - ha incontrato la fede. Proprio dopo il suo primo incontro con Dio, un fatto tremendo a lavoro.
La clinica aveva la licenza  solo per aborti nel primo trimestre, di fatto ne facevano anche  a 14, 16 settimane (che duravano 5, 8 minuti). Ma quel giorno le capitò un aborto a 23 settimane di gestazione.
Dopo aver assistito alla procedura durata quasi un'ora, si è resa conto che non avrebbe più potuto  sostenere l'aborto.
«Io stavo uccidendo i bambini».
Il giorno dopo, è tornata in clinica. Il direttore le ha detto che aveva fatto un sogno in cui lei si licenziava per la sua  religione. Ma Kathy  non aveva detto a nessuno che era diventata cristiana! 
E così, quel giorno se ne è andata, per non tornare mai più.
Il sollievo per quella nuova vita era però adombrato da molti sensi di colpa per quello che aveva fatto. Un amico le ha detto che doveva perdonare se stessa. Allora ha cominciato a condividere la sua esperienza pubblicamente. E dopo  un anno, ha iniziato con alcuni amici i Mosaic Pregnancy and Health Centers,  un'organizzazione che fornisce supporto e risorse alle donne che affrontano gravidanze non pianificate.

«Se alle donne viene detta  la verità, se vengono offerti servizi gratuiti, e alternative all'aborto, in un ambiente accogliente e solidale, la maggior parte di loro sceglie la vita».


 
 

 


 

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