16/09/2014

Spagna – Retrofront sull’aborto. Il Partito Popolare teme di perdere voti

Gli interessi di partito prima di tutto. E sul loro altare, pare, si è pronti a immolare qualsiasi cosa, anche i principi più sacri come la difesa della Vita. Pare, infatti, che la Spagna stia accantonando il disegno di legge sull’ aborto per meri calcoli elettorali.

Da quando in dicembre dello scorso anno il Consiglio dei Ministri ha approvato questa proposta che –tra le altre cose, aveva lo scopo di difendere il feto ridimensionando non poco la possibilità di far ricorso all’ aborto per le malformazioni del bimbo ed in caso di stupro- si è aperto un dibattito che ha superato i confini nazionali. I movimenti femministi e della sinistra spagnola sono divenuti simbolo globale della battaglia per l’ aborto tanto da ritrovare lo slogan “Yo decido” in  tutto il mondo, Italia compresa.

L’accantonamento del disegno di legge non è ancora cosa ufficiale ma i rumores interni al Partito Popolare lo danno per certo. Il giornale El Mundo ha riportato un’interessante analisi della situazione, riportando gli umori di parte dei vertici del partito, preoccupati più che altro della sensibile inflessione di consensi elettorali – alle elezioni europee sono stati persi due milioni e mezzo di voti- in vista del 2015, anno in cui avranno luogo consultazioni politiche ed amministrative.

La motivazione, sempre secondo quanto emerge da El Mundo, sarebbe a loro dire semplice: “Il dibattito sull’aborto è stato troppo drammatizzato ed ha costretto i nostri elettori a parlare di un argomento che non avrebbero voluto affrontare.” Questo quadro troverebbe conferma anche in quanto emerso da un’analisi demoscopica –condotta dal sociologo Pedro Arriola, che dimostrerebbe come l’elettore medio si sentirebbe a disagio a parlare di questioni relative all’ aborto ed a forme di restrizione per averne accesso.

La comunicazione ufficiale, appunto, non è ancora stata depositata ed il Ministro della Giustizia, Alberto Ruiz-Gallardón, unico esponente politico a difendere questa proposta di legge pubblicamente senza cambi di rotta, non ne ha ancora avuto notizia.

 

Secondo però quanto emerge durante il prossimo Consiglio dei Ministri il tutto verrà accantonato con il chiaro scopo di mettere a tacere le frizioni interne al partito e cercare di riguadagnare i voti persi.

Consensi che sono certamente stati perduti –conti alla mano- ma la cui motivazione difficilmente può essere in modo così semplicistico racchiusa nella sola proposta di legge sull’ aborto . Ed anche se fosse, una politica che  non vuole esser solo amministrazione burocratica e tecnica, su  temi analoghi dovrebbe esser pronta a dar battaglia se ci crede veramente.

Anche per questo motivo è importante dare spazio e supportare iniziative, come la Marcia per la Vita del 21 settembre a Madrid, di movimenti ed associazioni che combattono contro l’ aborto cercando di creare le condizioni affinché il messaggio da loro trasmesso possa avere risonanza e dimostrare che vi è un popolo della Vita che di quelle logiche di partito se ne frega e va avanti. Con o senza la classe politica.

Marika Poletti 

 

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