Il presidente dell'Autorità per la privacy, Pasquale Stanzione, ha pubblicato la sua Relazione annuale (scaricabile qui) che - tra le tante - lancia l'allarme per la solitudine digitale.
Chi è solo è fragile ed è quindi facilmente sottomesso: è perciò un tema di importanza fondamentale impedire i rischi della solitudine digitale e perciò «stabilire la soglia di accesso autonomo dei minori alla rete» ed evitare «l'esposizione del minore a contenuti potenzialmente lesivi per lo sviluppo della sua personalità, senza neppure la mediazione degli adulti di riferimento».
Non chiede di proibire l'uso dei social (che possono avere anche un ruolo positivo se rettamente usati), ma bisogna renderlo più sicuro; per i minori innanzitutto. Questi sono in balia di «contenuti inadatti alla loro età, con attitudine manipolativa». E le «distorsioni dell'informazione e delle relazioni in rete, l'eclissi del reale, sono tanto più pregiudizievoli per chi, come i giovani, non dispone ancora delle risorse cognitive e del senso critico per discernere le notizie vere dalle fake news, la critica dall'hate speech, la nuova amicizia dal grooming». Altrettanto gravi i rischi delle "challenge", dello scambio di fotografie intime e successivi ricatti (sexting e sextorcion) e di incontri pericolosi che da virtuali diventano reali. Ricorda che ci sono stati 4618 i casi di adescamento e pedopornografia trattati dal Centro Nazionale per il Contrasto della Pedofilia Online, nel solo 2022.
Invoca l'effettiva adozione di validi sistemi di verifica dell'età: «In questa direzione si muove, ad esempio, il tavolo istituito con il recente protocollo d'intesa tra Garante ed Agcom, per la promozione di un codice di condotta relativo ai sistemi per la verifica dell'età delle piattaforme».
Dobbiamo inoltre - come società di adulti ed educante - farci responsabili del fatto che accade che «la ricerca spasmodica, da parte dei giovani, di una 'visibilità' sui social spinta sino al punto di mettere a rischio la vita degli altri ... sino a divenire spettatori inerti del male o, come nel recente caso di cronaca, di sacrificare la vita di un bambino per un like in più. Se tutto ciò è frutto dell'alienazione dal reale può condurre la sempre più marcata traslazione on line della vita, è prioritario ricostruire una coscienza comune che tenga conto degli effetti, sulle relazioni, della digitalizzazione di tutto».
Sottolinea anche i rischi del metaverso «andranno adottate tutte le misure necessarie ad impedire un'eccessiva dipendenza, soprattutto dei giovani, da questa dimensione quasi onirica, capace di alienarli dalla realtà e di svincolarli dal rapporto con essa, proiettandoli nello spazio dell'infinitamente possibile».
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