01/02/2017

Sesso come droga: la “sessodipendenza” va curata

Il sesso è un idolo per gli esseri umani. Da sempre.

Ma mai come negli ultimi decenni la società si è “ipersessualizzata”. La cosiddetta liberazione sessuale dei figli dei fiori in realtà ci ha resi più schiavi del piacere che si ricava dal sesso per se stesso, senza più tenerlo connesso alla dimensione affettiva e relazionale che dovrebbe essergli connaturata.

E quando si violano le regole della natura se ne pagano le conseguenze.

La dipendenza dal sesso rovina la vita a tante persone e a tante coppie. Certe volte diventa una vera e propria patologia, la sex addiction, una dipendenza come quella dalle droghe, che va curata dallo psichiatra.

Per questo uno psichiatra, Tonino Cantelmi, ha fondato  alcuni anni fa a Roma un Centro di ricerca e trattamento della dipendenza sessuale, il CEDIS. Si trova in via Livorno, è aperto 3 volte a settimana.

Cantileni è stato recentemente intervistato da In Terris.

«Si parla, si fa terapia di gruppo. Spesso viene fuori un rapporto conflittuale con i genitori nell’infanzia. Se serve, si ricorre ai farmaci. L’obiettivo del centro è aiutare i pazienti a recuperare il controllo. Fisico e soprattutto mentale».

I “malati di sesso” finiscono per vivere isolati, perché sviluppano aggressività spesso irragionevole, una necessità incontrollabile di mentire, passano rapidamente dal delirio di onnipotenza che sperimentano prima dei rapporti sessuali alla svalutazione di sé e alla depressione, una volta consumato l’orgasmo.

«Si tratta di una relazione patologica con il sesso, attraverso la quale la persona si rifugia nella ricerca di un piacere che possa alleviare lo stress, permettergli di fuggire dai sentimenti negativi o dolorosi, dalle relazioni intime che non è capace di gestire. Nel sesso – dipendente ricorrono l’ossessività circa i comportamenti o le ideazioni sessuali; l’impulsività ovvero l’irrequietezza e l’ansia associate al fallimento nel regolare i desideri sessuali. Infine si osserva la compulsività cioè la ripetizione di comportamenti sessuali che la persona si sente obbligata a mettere in atto, anche contro la sua stessa volontà».

Sono colpiti in stragrande maggioranza (82%) gli uomini. La patologia colpisce mediamente il 5% della popolazione: adulti e ragazzini e anche personaggi famosi come Michael Douglas, Sharon Stone, Kate Moss, Burt Reynolds. Cantelmi ha rilevato che – una volta acquisita consapevolezza del problema – le mogli dei malati di sesso sono in grado di rivestire un ruolo determinante per aiutare il partner a superare la patologia«Abbiamo visto coppie ricostruirsi e riscoprire equilibri perduti. I percorsi del perdono e della ricostruzione dell’intimità effettuate da alcune donne sono stati sorprendenti».

«Si trasgredisce sulla spinta di una sorta di infelicità che genera altrettanta infelicità! In realtà la trasgressione, che entro certi limiti e in certe fasi della vita può essere sperimentazione e conoscenza, è il più delle volte una modalità emotiva per gestire impropriamente il malessere».

Si tratta di solito di persone normali, con famiglia e lavoro, che cerano di fuggire lo stress quotidiano e cadono nelle numerose trappole che sono sparse su internet e nei social. Il primo passo, di solito, è la frequentazione assidua della pornografia in rete.

Tra i pazienti che sono dipendenti dal sesso molti sviluppano anche la Sindrome di Samo (una isola greca dove erano confinati i lebbrosi): il bisogno di onnipotenza porta a voler sfidare la morte: molti non usano preservativi. Tra quelli che fruiscono di sesso a pagamento: «Ci sono persone disponibili a pagare il doppio o il triplo pur di avere rapporti a rischio».

Redazione



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