21/12/2019

Rieti, Gay Pride vs sindaco, sarà libero di scegliere se concedere l’autorizzazione?

«Io rispetto tutte le identità, ma l’esibizione mi dà fastidio, detesto certe manifestazioni. L’amministrazione non ospiterà il Gay Pride», leggiamo su un articolo di Radio Radio.

Così il sindaco di Rieti, Antonio Cicchetti, si è espresso in merito alla possibilità per il Comune di ospitare il Lazio Pride del 2020. Parole, queste, che in breve tempo sono immancabilmente divenute bersaglio di critiche.

Ci si chiede, in particolare, se una manifestazione possa essere negata. Strano che a chiederselo questa volta siano proprio molti di coloro che, al vedere il nostro manifesto sulla vita nascente - rispettoso di tutti e che si limitava solo ad enunciare (scomode) verità scientifiche -, coniarono l’hashtag #rimozionesubito (alla faccia della democrazia).

I nostri manifesti furono rimossi dal sindaco di Roma, Virginia Raggi, con il plauso di tanti sedicenti paladini della tolleranza. Il sindaco di Rieti ora nega ospitalità al Gay Pride nel suo Comune e si grida alla discriminazione? Ci sono forse discriminati di serie A e discriminati di serie B?

I nostri manifesti, però, non ledevano i diritti di nessuno, a differenza di quanto più volte si è denunciato essere avvenuto nel corso dei Gay Pride: espressioni volgari e offensive, bestemmie, costumi indecorosi e talvolta persino esposizione di nudità, nonostante la presenza di bambini.

Quanto, poi, alle rivendicazioni di tali manifestazioni, spesso esse vertono a chiedere adozioni di bambini da parte di coppie same-sex, utero in affitto e diffusione di programmi educativi per bambini ispirati all’ideologia gender.

Fermo restando il rispetto per tutte le persone ed il fatto che nessuno vada discriminato in base al proprio orientamento sessuale, noi di Pro Vita e Famiglia continueremo a batterci affinché sia tutelato il diritto di tutti i bambini ad avere un papà ed una mamma e affinché essi non vengano più indottrinati con ideologie false e dannose.

 

di Luca Scalise

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