15/12/2019

Ricky Martin mostra su Instagram sua “figlia” Lucia

In questi giorni i giornali riportano con parole di tenerezza la notizia della prima apparizione social della bambina che Ricky Martin ha avuto tramite la pratica dell’utero in affitto.

Nel postare la foto il cantante ha commentato con un semplice «La luce dei miei occhi». Oltre alla piccola, l’artista portoricano ha altri due bambini, Matteo e Valentino, entrambi undicenni.

Ovviamente i media lo dipingono come se fosse il papà più tenero del mondo, tralasciando appositamente il piccolo dettaglio che tutti i figli, ci duole sottolineare il duro particolare ma, la realtà è la realtà, che lui e il suo compagno hanno comprato, sono stati strappati al grembo materno che li ha nutriti e protetti per 9 mesi e sono stati condannati per sempre ad essere orfani di madre.

Sebbene chi sostiene la causa dell’adozione per coppie gay spesso di fronte alla negazione forzata di una delle due figure genitoriali risponde che ci sono persone cresciute bene anche senza un padre o una madre, a noi viene da commentare che sono situazioni non paragonabili, in quanto una cosa è il rimanere orfani di padre o di madre per una disgrazia, altro è creare deliberatamente questa situazione…in laboratorio. Un atteggiamento che richiede un egoismo non da poco nel non curarsi dell’enorme privazione a cui si costringe quello che viene considerato, paradossalmente, il proprio figlio e che sicuramente non predispone al meglio verso la cura di quello che viene considerato il proprio bambino.

Tutto ciò non ha niente a che vedere con l’amore incondizionato che i genitori hanno verso i loro figli e che, al contrario, li rende pronti anche a dare la vita per loro, come forma di sacrificio massimo pur di proteggerli da ogni male.

Quella a cui stiamo assistendo oggi, inoltre, è una vera e propria compravendita di esseri umani ma tutto il mainstream mediatico ormai è complice nel nascondere accuratamente questa terribile verità e nell’edulcorarla pure a dovere, con una melassa linguistica che però non cambia e non cambierà mai lo stato delle cose.

 

di Manuela Antonacci

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