24/05/2021 di Ufficio Stampa Pro Vita & Famiglia

Report sui costi dell'aborto. Le dichiarazioni degli esperti che lo hanno stilato

Di seguito le dichiarazioni - durante la conferenza stampa di presentazione di questa mattina - della commissione di esperti che hanno collaborato per stilare il primo Report sui costi dell'aborto in Italia



Giuseppe Noia, Direttore Hospice perinatale - Centro per le Cure Palliative Prenatali del Policlinico Gemelli; Docente Medicina Età Prenatale UCSC; Presidente Associazione Italiana Ginecologi e Ostetrici Cattolici: «Esiste una risposta scientifica all’aborto eugenetico che è aumentato più di 10 volte in 30 anni? Si, esiste! L’articolo 5 della legge 194 dice di dare un’alternativa all’aborto eugenetico. E la risposta è che esistono 3 alternative: 1) in caso di anomalie cromosomiche si può proporre l’assunzione di antiossidanti alla madre per ridurre il danno neurocognitivo come dimostrato in letteratura; 2) in caso di malformazioni strutturali, senza alterazioni cromosomiche, si possono proporre terapie fetali invasive e non invasive eco guidate e/o trattamenti palliativi; 3) in caso di condizioni di gravi e complesse patologie si può proporre l’alternativa dell’accompagnamento come riferisce il CDC di Atlanta: ‘Ci sono molti genitori che desiderano accompagnare i loro figli gravemente malati fino alla fine’. Per cui esiste una scienza prenatale che al di là dei fattori ideologici fornisce risposte scientifiche, etiche e umane».

Filippo Maria Boscia, già Direttore della Cattedra di Fisiopatologia della riproduzione umana all’Università di Bari; Consulente di ostetricia e ginecologia presso l’Ospedale S. Maria - GMV di Bari; Presidente dell’Associazione Medici Cattolici Italiani: «Viene legittimo chiedersi perché tale spesa, per una prestazione non indispensabile bensì fortemente voluttuaria, debba essere a carico di tutti, anche di chi è per la vita e per principio o per fede è decisamente contrario all’aborto, mentre contribuendo ad essa si sentirebbe complice sebbene involontario di un vero e proprio omicidio, all’interno di quella che è la “congiura contro la vita”, come ebbe a dire Giovanni Paolo II nell’enciclica Evangelium vitae. Con il denaro sprecato per le interruzioni di gravidanza si potrebbe invece incentivare l’aspetto preventivo, se non altro aiutando le gravide in difficoltà, proprio in nome dell’importanza del “valore sociale della maternità” e dell’inderogabile “tutela della vita umana fin dal suo inizio” come previsto dalla stessa Legge 194/78 all’art. 1».

Stefano Martinolli, Dirigente medico presso l’Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano Isontina a Trieste: «Per comprendere un fenomeno, uno dei metodi più utilizzati (specie dalla scienza) è quello di osservare e descrivere le conseguenze che esso ha sulla società e sugli uomini. Questo ci ha permesso di vedere cos'è realmente l'aborto e di farlo vedere alla società intera».

Benedetto Rocchi, Professore associato al Dipartimento di Scienze per l’Economia e l’Impresa, Università di Firenze: «La drammatica esperienza della pandemia ha mostrato con chiarezza che le risorse per il sistema sanitario non sono illimitate. L'aborto mette a rischio la salute delle donne, la legge 194 non previene l'aborto clandestino: perchè continuare a a finanziare il diritto d'aborto con i soldi dei contribuenti?».

Francesca Romana Poleggi, Docente di Discipline giuridiche ed economiche, Direttore editoriale del mensile Notizie Pro Vita & Famiglia: «Da questa ricerca risulta chiaramente che i miliardi dei contribuenti spesi per finanziare l’aborto legale non hanno portato alcun beneficio alla società. E non sono serviti neanche a tutelare la salute delle donne: gli aborti clandestini continuano indisturbati e le gravi conseguenze che l’aborto volontario può avere sulla psiche e sul fisico delle donne vengono negate e nascoste omertosamente».

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