01/10/2017

Post aborto per lui: quando il perdono genera

L’aborto non è una cosa “per sole donne”, come sostiene la vulgata progressista e femminista. L’aborto interessa anche il bambino che viene ucciso (e privato del primo diritto: quello alla vita) e il suo papà, al quale in pochi danno voce. Eppure le testimonianze sono tante e ci dicono che, se talvolta sono gli uomini a premere per l’aborto, tante altre volte ne sono tra le vittime. Come nel caso di Christian Zanon, che ha scritto un libro...

ABORTO – Il figlio negato

figlio_negato_aborto_Quella che, indegnamente, mi accingo a raccontare è una storia di fronte alla quale ci sarebbe da riflettere ore, forse giorni.

È la storia che ha portato Christian Zanon, psicologo, psicoterapeuta e neuropsicologo, a scrivere un libro, Il Figlio Negato – Il difficile cammino del perdono, in memoria di suo figlio mai nato. Durante l’organizzazione di un pellegrinaggio, Christian conosce quella che definirà la sua “principessa”, Anita. Tra i due sboccia un amore appassionato, pieno di sogni, progetti, promesse e… anche un figlio. “Christian Marie” sarebbe dovuto essere il suo nome, se gli fosse stata data una possibilità.

Suo papà, entusiasta e ansioso di averlo tra le braccia, era allora impegnato a ottenere un Master in Neuropsicologia. Dieci esami, invece, separavano la sua mamma dal conseguimento di un Master che le avrebbe consentito di iscriversi all’Albo degli Avvocati di Spagna. Questo traguardo era molto importante per lei, il mancato superamento di uno solo di quegli esami le avrebbe comportato un anno di insuccessi e questo pensiero la turbava profondamente. Di fronte a questa difficoltà, la magia iniziale parve cominciare a smorzarsi. Un viaggio dalla sua famiglia, in Italia, allontanò Anita dall’entusiasmo del suo principe e, in pochi giorni, la spinse a rinunciare anche a quel principino che era dentro di lei. Quell’estate sia Anita che Christian raggiunsero i loro obiettivi di carriera. «Poco importa sapere che la principessa Aida conquistò il Regno della Giustizia e che il Principe Christian conquistò il Regno della Ricerca – scrive l’autore, ignaro, al momento dell’aborto, di quanto accadeva – Il principe Christian soffrì tantissimo, pianse fino ad esaurire le lacrime».

L’aborto provoca conseguenze fortemente negative sulla donna che lo ha volontariamente causato, problemi fisici e psichici: studi scientifici, documentati dall’autore nel testo, affermano che le donne che abortiscono raddoppiano il rischio di cancro al seno, hanno una maggiore mortalità e un elevato tasso di suicidi. Ma non è tutto, anche sensi di colpa, depressione e nevrosi affliggono la loro psiche. Eppure la donna non è l’unica a risentirne di questa esperienza traumatica. Il cuore di Christian, è ormai ridotto in brandelli. L’atto compiuto da Anita aveva distrutto la sua fiducia in lei e stroncato la vita del suo piccolo amore.

Un simile dolore ha posto dunque Christian di fronte a un bivio: condannare o perdonare. Se nei primi tempi non riusciva neanche ad incontrare Anita, il suo amore per lei, nonostante tutto, non si era spento. Solo il perdono poteva essere in grado di sanare una così grande ferita, un perdono incondizionato, che non fa calcoli né punta il dito. Solo un perdono così era in grado di far risorgere il loro amore e ridar vita al suo frutto perduto. Christian ha volontariamente deciso di non raccontare com’è continuata la loro storia, perché l’amore non si volge al futuro ma al presente. È oggi che siamo chiamati ad amare e, con il perdono, a ridar vita a ciò che è morto in noi e negli altri.

Luca Scalise


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