25/10/2022

Per le femministe chi la pensa diversamente va appeso a testa in giù!

Sono settimane che l’ipotesi di un governo presieduto dall’onorevole Giorgia Meloni manda nel panico alcuni importanti settori della società. Settori che normalmente hanno, o credono di avere, il vento in poppa. Come i radical chic, le (presunte) femministe e gli ambienti pro aborto. Un panico che è diventato ancora più sostenuto con l’effettiva nomina del Governo e dei suoi minisrti.

E la qual cosa è già significativa. Da anni, infatti, hanno certamente mentito, quando hanno detto e scritto, che più donne nel cuore del potere, avrebbe significato più giustizia. Infatti, ora una donna al potere c’è, come mai era avvenuto prima, ma il vizio dell’insulto facile (e preventivo) non l’hanno perso. Anzi, non solo l’insulto ma una vera e propria campagna di odio.

Così una certa Alice Merlo (account instagram: @alice22.07) – apparentemente esponente del collettivo “Non Una di Meno”, su Instagram non si limita alle solite sparate abortiste sul governo di centro destra che abolirebbe la 194, i consultori e così via. Ma osa pubblicare le fotografie di alcune personalità del nuovo esecutivo – e non solo - con delle immagini che, graficamente, vorrebbero forse ricordare la sorte toccata ai fascisti uccisi ed esposti a Piazzale Loreto a testa in giù. In più, come se non bastasse, proprio l’account ufficiale nazionale di “Non Una di Meno” – a proposito di chi vuole combattere violenze e sopraffazioni – ha ricondiviso il post.

I volti, rigorosamente al contrario, sono pubblicati con la frase: «Non è il momento di difendere la 194». Sotto la foto rovesciata di Eugenia Roccella, neo Ministro della Famiglia, della Natalità e delle Pari Opportunità, si dice: «Perché una legge che glorifica la maternità come valore sociale non sarà mai una legge adatta a tutelare l’aborto».

Ma infatti le (pseudo) femministe pro aborto non si accorgono che la loro lotta tende a cancellare la femminilità dal paesaggio. Una presunta futura legge che, come scrivono, “glorifica la maternità”, sicuramente esalta anche il potere procreativo delle mamme, da cui anche loro sono nate. Le leggi por aborto, invece, annientano l’essere femminile in ciò che lo costituisce per essenza.

Sotto il profilo (rovesciato) di Lorenzo Fontana, Presidente della Camera, si dice: «Perché l’obiezione di coscienza è una forma feroce di violenza e una negazione di assistenza medica». Sarebbe come dire che chi non se la sente di imbracciare le armi ha più attitudini alla guerra del militare: un puro non senso.

Tra i vari altri personaggi life (come Giorgia Meloni e Maurizio Gasparri), oggetto delle sparate di chi detesta la donna in quanto donna, anche Maria Rachele Ruiu, fino a qualche settimana fa – prima di candidarsi alle elezioni – membro del direttivo di Pro Vita & Famiglia. La quale, oltre ad essere di sesso femminile (e madre di due bambini), è da sempre una militante pro life.

Sotto il suo voltp la frase per iniziati del gergo queer: «Perché bisogna smettere di invisibilizzare le soggettività trans e non binarie».

Dopo le ingiuste censure ai manifesti di Pro Vita & Famiglia e, lo ricordiamo, gli assalti alla sede nazionale – ad opera proprio di collettivi femministi e ricondivisi sempre da “Non Una Di Meno” - voi lettori avrete capito, anche da questi profili social, da che parte della barricata, pro life o pro choice, pro family o anti family, si trovano la violenza, la minaccia, il cattivo gusto e l’assoluta assenza di argomenti.

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