07/11/2023 di Giuliano Guzzo

Pedofili a favore dei bloccanti della pubertà

A chi piacciono i bloccanti della pubertà, vale a dire quei farmaci e terapie ormonali somministrati a minori con disforia di genere che vengono avviati al “cambio di sesso”? Sappiamo che contro l’uso di questi prodotti si son dichiarati gli psicanalisti italiani, i medici britannici, svedesi e finlandesi, e vi sono perplessità anche da parte degli stessi specialisti – come per esempio il dottor Stephen Stathis, fondatore di una clinica di genere australiana – che di essi si sono serviti e si servono. Recentemente, perfino il giornale più famoso del mondo, il New York Times, ha pubblicato con un lunghissimo servizio, firmato da Megan Twohey e Christina Jewett, che fin dal titolo suonava come una denuncia verso i farmaci somministrati ai minori interessati al “cambio di sesso”: They paused puberty, but is there a cost?, traducibile in «Essi bloccano la pubertà, ma a che prezzo?».

In quell’articolo veniva ricordato documento del 2020 con cui ben 31 tra psicologi, neuroscienziati ed esperti internazionali di terapie ormonali avevano sollecitavano ulteriori studi sugli effetti sul cervello dei minori dei bloccanti la pubertà. Decisamente emblematica, al riguardo, la risposta di tre parole data al sempre al New York Times dalla professoressa Sheri Berenbaum, che dirige un laboratorio che segue proprio questi temi: «Non lo sappiamo». Questo è il punto: la comunità scientifica internazionale, che pure asseconda le richieste dei movimenti Lgbt per sfuggire all’accusa di transfobia, semplicemente non ha idea di quali esiti possa condurre – nel medio e lungo termine – bloccare lo sviluppo di un adolescente affetto da disforia di genere.

Per quanto dunque ci sia ancora chi si ostina a liquidare gli enormi problemi dei bloccanti lo sviluppo a singoli casi di malasanità e a piccole sviste professionali, il tema è serio e tutt’altro che chiarito. Tuttavia, attenzione, c’è un gruppo a cui questi bloccanti la pubertà sembrano piacere: è quello degli adulti attratti dai ragazzini, i pedofili. Così almeno riporta il sito Reduxx, che si è imbattuto in BoyChat, un portale operativo dal 1995 fondato da un soggetto autodefinitosi «amante dei ragazzi» dove adulti attratti dai giovanissimi possono «connettersi e discutere del loro» condiviso quanto sconvolgente «interesse». Ebbene, sempre secondo quanto riporta Reduxx, un recente dibattito sui frequentanti BoyChat ha registrato più interventi a favore di questi controversi farmaci e trattamenti ormonali.

C’è chi ha scritto la pubertà dovrebbe essere volontaria e chi ha da ridire sui di essa bloccanti lo fa solo perché animato da transfobia; chi ha affermato che questi prodotti «dovrebbero essere disponibili su richiesta in modo che i ragazzi che lo desiderano possano scegliere quando, o se, sperimenteranno la pubertà»; qualcun altro ha fatto presente che «i bloccanti della pubertà sono reversibili», mentre la pubertà non lo è. Insomma, nel portale in questione c’è un sostanziale appoggio a questi prodotti. Il che fa pensare, lo si ripete, dato che, avverte sempre Reduxx, «gli uomini coinvolti nella comunità BoyChat» sono gli stessi che

«spesso si scambiano consigli su come evitare le forze dell'ordine e sostengono i reati sessuali contro i minori». Pedofili o pederasta che definir si vogliano, i personaggi che gravitano al sito in oggetto sono dunque quanto meno inquietanti. Eppure a costoro, come si diceva, i bloccanti la pubertà sembrano piacere. Un gradimento che certamente non aggiunge e né toglie nulla al dibattito scientifico (che resta apertissimo, comunque) su questi prodotti; ma che certamente una riflessione – e forse anche più d’una – dovrebbe ispirarla.

 

 

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