20/07/2020 di Manuela Antonacci

Pdl Zan, senatrice Maiorino sulle associazioni prolife: «con il reato di incitamento all’odio prendiamo tutti»

 “Ma ciò non vale per quelle organizzazioni che religiose non sono e che non possono avvalersi di questo manto che le rende qualcosa di altro, tipo Pro Vita, Forza Nuova e Casa Pound, che dicono cose aberranti sulla comunità LGBT, e temo che non avendo messo il reato di propaganda potranno continuare a farlo. Anche se, avendo inserito il reato di incitamento all’odio, lì prendiamo tutto.” Non stiamo parlando di un’intercettazione telefonica tra leader di regimi totalitari, anche se così sembrerebbe, ma delle candide affermazioni che la senatrice 5 stelle Alessandra Maiorino ha fatto durante un’intervista rilasciata al blog gay.it.

Un’intervista risalente appena a qualche giorno fa, che rende bene il clima di pesante intimidazione che il Pdl Zan e chi lo sta promuovendo, recano con sé. Siamo ben oltre la discriminazione: come abbiamo sottolineato più volte, questo progetto di legge non gioca in difesa ma in attacco, andando a colpire ogni forma di dissenso, anche il più neutro e banale, come dire che “un bambino ha bisogno di un padre e di una madre”.

Lo spiega bene la Maiorino stessa, la quale nel rispondere ad una delle domande dell’intervista, in cui le veniva chiesto se le fosse dispiaciuto “rinunciare al reato di propaganda”, perché “la maggioranza ha scelto una via più “soft” per evitare polemiche”, ha affermato pure costernata “Assolutamente sì. Avevo proposto di metterlo comunque, semmai l’avremmo tolto. Si sarebbe dato anche un segnale.” Un segnale che forse si dovrebbe tradurre con “minaccia”, considerato che siamo sempre e comunque nell’ambito delle opinioni e della libertà di pensiero, che, in questo caso, vengono scandalosamente normati da una legge.

Un segnale, dunque, che sembra una sorta di preavvertimento, per la serie “attenti che qui comandiamo noi”. E la prova del nove, del clima intimidatorio che si vuole creare, ancor prima che venga approvata la legge (non osiamo immaginare dopo...) sono proprio le dichiarazioni seguenti della Maiorino che, continuando a rispondere alla stessa domanda afferma: “Contenutisticamente, invece, se non fossimo in Italia, ma siamo in Italia, il problema non si sarebbe posto. Perché chiunque capisce che la chiesa cattolica e i suoi rappresentanti, in base ai dettami della propria fede, possono continuare a dire ciò che credono, sempre che non sia un insulto, perché rientra in una sfera religiosa”.

Da notare come, in quest’ultima frase, persino la libertà religiosa venga sottoposta a delle condizioni “sempre che non sia un insulto...”. Cosa accadrà dunque? Quello che è successo a Lizzano, ultimamente? Che lo Stato interverrà per stabilire non solo ciò che si può pensare e dire ma persino ciò che la Chiesa deve insegnare e per cui può o non può pregare? Ma la ciliegina sulla torta è quanto subito dopo la Maiorino afferma a proposito delle associazioni prolife e profamily come Pro Vita & Famiglia, rammaricandosi per il fatto che “non avendo messo il reato di propaganda potranno continuare a farlo [diffondere odio, secondo loro ndr]” - ma poi, come scossa da un colpo di genio aggiunge “anche se, avendo inserito il reato di incitamento all’odio, lì prendiamo tutto.”

E già perché è questo il vero intento sotteso al Pdl Zan: diffondere lo psico-reato, in modo che si venga sottoposti ad un vero e proprio processo alle intenzioni. La “psicopolizia” che si vorrebbe creare con questa legge, andrebbe, infatti, ad applicare sanzioni penali alle idee, al credo religioso, ma soprattutto ad una concezione antropologica dell’uomo e della donna e dunque della famiglia che sopravvive dalla notte dei tempi, in quanto fondata sulla differenza biologica e dunque su un dato che più oggettivo non si può, quello della natura.

E quindi altro che non discriminazione! Piuttosto addio alla tolleranza e al dialogo, seppure tra fronti opposti: non esisterebbero più cittadini che sentendosi tutti uguali di fronte alla legge, si aprirebbero ad un sano confronto, ma solo una categoria intoccabile che avrebbe sempre la meglio su tutto e tutti. Insomma, come diceva Voltaire “per capire chi ti comanda basta vedere chi non potete criticare”. E se ce ne fosse stato bisogno, il breve ma significativo speach della Maiorino, ce ne ha dato la riprova.

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