05/01/2018

Parlano le donne, dopo un aborto

La dottoressa Priscilla Coleman, della Bowling Green State University, ha pubblicato un nuovo studio sulle conseguenze dell’aborto per le donne  sul Journal of American Physicians and Surgeons (Volume 22, Numero 4, Inverno 2017, 113).

La ricerca è stata basata su un sondaggio online anonimo condotto su 987 donne che hanno chiesto cure post aborto a un centro di aiuto alla vita.

I ricercatori hanno chiesto alle donne quali sono “gli aspetti positivi e negativi più significativi” della loro esperienza con l’aborto.

Le risposte  sono decisamente imbarazzanti per chi fa propaganda all’aborto secondo i canoni tipici della retorica femminista contemporanea. Nessuna ha parlato di ” empowerment”, di capacità di controllare il proprio destino riproduttivo,  di  liberazione da partner abusivi, di  necessità di abortire per essere competitive sul posto di lavoro...

Al contrario, le donne hanno detto di non aver tratto alcun beneficio personale dell’esperienza. Molte hanno avuto una conversione, e si sono impegnate in attivismo  pro-vita per aiutare altre donne che avevano avuto un aborto, o per dissuadere quelle che intendevano farlo.

In generale, prima del loro primo aborto le donne che godevano di una buona salute psicologica, dopo l’aborto si sono  rivolte a psicologi o psichiatri (67,5%) e hanno usato farmaci  per la loro salute psicologica (51%).

Molte donne hanno anche dovuto affrontare forti pressioni sociali per abortire  e molte hanno affermato di essere rimaste incerte fino al giorno stesso in cui hanno abortito.

Secondo lo studio, il 58,3% delle donne ha dichiarato di aver abortito per rendere felice qualcun altro; il 73,8% ha subito pressioni – anche in modo sottile; il 28,4% ha abortito per paura di perdere il proprio partner.

Alla domanda sui più significativi aspetti positivi del loro aborto, il 31,6% delle donne ha dichiarato che non ce ne sono stati, e un altro 22% non ha risposto alla domanda.

Il dato negativo più significativo riportato è stato l’aver perso una vita, al 23,7%. Altre hanno riportato depressione, senso di colpa, odio verso se stesse, dipendenze, comportamenti autodistruttivi, ansia e pensieri  suicidari.

49 donne hanno espresso la mancanza di desiderio di continuare a vivere.

La stragrande maggioranza delle donne non ha citato solo uno o due aspetti negativi, ma ha invece descritto una complessa costellazione di conseguenze negative, spesso centrate sulla vita persa.

Alla domanda sugli aspetti positivi del loro aborto, molte donne hanno detto che il “dolore straziante” che hanno attraversato ha dato loro il desiderio di aiutare altre donne a fare scelte migliori per loro stesse e per i loro bambini  facendo volontariato nei centri per la gravidanza e nei gruppi pro-vita, condividendo pubblicamente le loro storie sull’aborto e aiutando altre donne  a guarire dalla sindrome post aborto. Altre  hanno affermato che il trauma dell’aborto le ha indotte ad approfondire la loro vita spirituali.

“L’unica cosa positiva è che mi ha portato l’aborto è che alla fine mi ha messo in ginocchio davanti a Dio” è stata una risposta molto comune tra le donne.

Lo studio ha incluso donne di età compresa tra i 20 e 70 anni. La maggior parte delle donne ha riferito di avere avuti un aborto; il maggior numero di aborti riportato dalla stessa donna è stato nove.

Redazione

Fonte: LifeNews

 


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