30/06/2021 di Manuela Antonacci

Panchine arcobaleno, l’inaccettabile strumentalizzazione di battaglie anti-discriminazione

In un’interpellanza scritta, rivolta a comune di Bergamo, ultimamente, il consigliere leghista Filippo Bianchi ha chiesto all’amministrazione di evitare per il futuro, il proliferare delle panchine arcobaleno che rappresentano un simbolo politico ben preciso, peraltro, non rappresentativo del pensiero di tutti i cittadini. Un’interpellanza a cui è seguita una risposta singolare. Ne abbiamo parlato col diretto interessato.

 

Consigliere, con un’interpellanza in sede di consiglio ha chiesto di non inerire più panchine arcobaleno, in città, perché la gente avverte che rappresentano l’imposizione di un’ideologia…

«In realtà, ultimamente, oltre alle panchine arcobaleno, si è deciso di dare la benemerenza civica anche all’associazione “Immaginare Orlando” [creatrice di diversi eventi improntati a diffondere l’ideologia gender, su Bergamo N. d. R.]. E’ tutto un movimento politico e culturale, per inculcare tutta la loro ideologia, sia attraverso i manufatti pubblici, con la panchina arcobaleno e poi anche attraverso la benemerenza civica e i finanziamenti alle associazioni che propagandano l’ideologia di genere».

Qual è stata la risposta singolare che è seguita, preceduta da una lunga premessa sulle violenze contro gli omosessuali?

«Si è collegata la questione delle panchine agli episodi di violenza contro le persone omosessuali, come se ci fosse una qualche attinenza. In realtà loro sfruttano questo momento storico particolare, per imporre un’ideologia di parte, sdoganata attraverso il monumento al partigiano, vicino al quale era collocata una delle panchine e posta come propaganda delle varie associazioni arcobaleno che hanno pitturato questa panchina. Insomma ci si è serviti anche della strumentalizzazione del monumento del partigiano per propagandare questa ideologia. La bandiera arcobaleno è simbolo di una battaglia politica specifica: ideologia gender nelle scuole, adozioni per gli omosessuali, insomma, rappresenta una visione specifica della società che, peraltro, non è consentita dal nostro ordinamento politico».

C’è una strumentalizzazione di altre forme di discriminazione, ad esempio, il razzismo o la violenza contro le donne, fingendo che si intreccino con la causa LGBT, per legittimare un’azione ideologicamente totalitaria?

«Loro sono molto bravi perché strumentalizzano alcune battaglie per emanciparsi, nella società. Ad esempio, qui su Bergamo, hanno sposato la battaglia della violenza contro le donne o della pedofilia ecc. che non sono propriamente loro, ma costituiscono qualcosa che, nella società, trova sostegno. Spesso vengono utilizzati anche i disabili. Certo sono battaglie positive, ma sono utilizzate per finalità diverse: per inglobarle nell’agenda politica LGBT».

 

 

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