20/02/2024

Paladino dei bagni gender neutral, ma poi insulta e discrimina

Molti avranno certamente appreso, nei giorni scorsi, del caso dei tre studenti della Bocconi sospesi per ben sei mesi dopo aver pubblicato commenti offensivi – ritenuti transfobici - sui nuovi bagni gender neutral dell’ateneo. Una vicenda, questa, sulla quale anche Pro Vita & Famiglia onlus è intervenuta, con il suo portavoce, Jacopo Coghe, che giustamente ha denunciato come «totalmente sproporzionata» la sospensione ai tre studenti che «seppur maleducatamente e con termini impropri», in fondo non hanno che manifestato «la loro legittima opinione di dissenso nei confronti della scelta ideologica dell’Università di aprire dei bagni gender neutral».

Il punto è che la vicenda non è finita qui, essendo emerso un ulteriore particolare che, quanto meno, fa riflettere. Il particolare in questione riguarda Sam Appignanesi, l’attivista Lgbt - già distintosi in passato per il suo supporto al ddl Zan – iscritto al quarto anno di giurisprudenza alla Bocconi, appunto, il quale, dopo la segnalazione in qualità di presidente di Best, si è preso la briga di portare avanti un’istruttoria davanti alla commissione disciplinare che ha poi portato alle già citate sospensioni semestrali. Il particolare concerne la condotta di questo attivista Lgbt, da un lato implacabile nel denunciare le scorrette condotte altrui ma, dall’altro, forse non così impeccabile quanto a rispetto verso il prossimo.

Questo, almeno, a giudicare da quanto scoperto dalla stampa nazionale sui suoi profili social. Infatti, sui profili di Appignanesi «nonostante la "pulizia" di queste ore, è facile trovare suoi commenti non certo amorevoli nei confronti degli obesi o degli anziani, o ancora di giubilo per la morte di Silvio Berlusconi o ancora per la tragedia del sottomarino Titan imploso nell'Atlantico insieme al suo equipaggio» (Libero 17.2.2024, p.8). Che si tratti di commenti non certo esemplari l’ha riconosciuto, va detto, Appignanesi in primis, che ha dichiarato: «Ha iniziato a circolare un post che ho fatto qualche mese fa - scrive su Instagram -, in cui ridevo di argomenti di cui non avrei dovuto ridere. E molto facile cadere nel pensiero che quello che scriviamo su internet non è importante. Questa vicenda mi ha insegnato a essere più attento a come uso i social. Mi scuso con chi è rimasto offeso per le mie parole».

Ora, nessuno è naturalmente qui a fare le pulci ad alcuno, attivista Lgbt bocconiano incluso. Colpisce però, in questa vicenda, quella che pare a tutti gli effetti una sorta di doppia morale, e cioè: se sui social te la ridi della morte altrui, nessun problema, ma se su quegli stessi social critichi – «seppur maleducatamente e con termini impropri» - i bagni gender, eh beh in questo secondo caso scatta la sospensione ufficiale del prestigioso ateneo milanese. Anche un bambino, in tutto ciò, capisce che qualcosa non torna, e non torna proprio per niente. Questa vicenda infatti conferma quello che è già purtroppo sotto gli occhi di chiunque non viva bendato, e cioè il doppiopesismo morale della cultura dominante, che divide l’umanità in “categorie protette” e “categorie maledette”.

Se sei maschio bianco etero, e magari pure cattolico, devi stare attento a come ti comporti; se sei donna e femminista, meglio ancora se Lgbt o “fluido”, allora tutto – o comunque molto – ti è permesso. E tanti saluti non solo all’equità e alla giustizia, ma anche all’educazione al buon senso, tutti pilastri di civiltà sconosciuti all’attuale civiltà della tolleranza: almeno a parole.

 

di Carlo Cervo

 

 

Questo articolo e tutte le attività di Pro Vita & Famiglia Onlus sono possibili solo grazie all'aiuto di chi ha a cuore la Vita, la Famiglia e la sana Educazione dei giovani. Per favore sostieni la nostra missione: fai ora una donazione a Pro Vita & Famiglia Onlus tramite Carta o Paypal oppure con bonifico bancario o bollettino postale. Aiutaci anche con il tuo 5 per mille: nella dichiarazione dei redditi firma e scrivi il codice fiscale 94040860226.