20/03/2019

Ondata rosso sangue negli USA: dall’aborto all’infanticidio

Non è una novità il legame tra i Democratici americani e Planned Parenthood, l’agenzia che si fa vanto di mettere l’aborto tra le priorità dei propri servizi alle donne. Questi giorni tuttavia segnano un ‘salto qualità’ impressionante nella marcia e la minaccia verso la vita umana, nascente o morente che sia. In queste settimane, gli Stati di Nuovo Messico e New York hanno approvato leggi che permettono gli aborti sino al momento della nascita al nono mese ed entrambi i congressi con maggioranza democratica, stanno per approvare leggi per il suicidio assistito.

Colpito dalla polemiche feroci, il governatore dello Stato di New York, Cuomo, che si era detto orgoglioso per la legge pro aborto, ha risposto a taluni vescovi cattolici affermando, come ogni buon ‘cattolico adulto europeo’, che lui non è chiamato a rappresentare il suo essere cattolico ma a fare il governatore. Il suo collega e governatore della Virginia, Northam, a commento di una legge simile in discussione nello Stato e promossa dalla democratica Kathy Tran (HB 2491), che permetterebbe l’aborto sino al nono mese di gravidanza solo nei casi di pericolo per la salute o la vita della madre, e su cui si tornerà con gli approfondimenti del caso, aveva invece affermato la sua opinione favorevole dicendo che una volta nato il bimbo, la madre e il medico potevano valutare il da farsi, incluso l’aborto-infanticidio.

In pochi giorni, prima il presidente Trump ha chiamato “;terribili” i propositi del governatore della Virginia, poi il co-firmatario della proposta Dawn Adams ha preso le distanze dicendo che non aveva «letto bene la proposta di legge prima di firmarla», infine il vice presidente Pence con un articolo sul National Review ha messo nero su bianco tutta la sua tristezza e la sua determinazione per opporsi a questi continui e concentrici attacchi alla vita, sempre più simili all’infanticidio. Nel frattempo, un sondaggio di Fox News ha mostrato come l’81% degli americani siano nettamente contrari all’aborto negli ultimi tre mesi di gestazione.

Le polemiche sono tutt’altro che finite: le possibili altre nomine di Trump di giudici federali ‘pro life’ in molti Stati e di uno o più giudici della Corte Suprema, stanno spingendo i Democratici sempre più verso forme di legalizzazione dell’infanticidio. Nei prossimi mesi, quando inizieranno le proiezioni del film pro life sugli scandali che portarono alla Sentenza Roe v. Wade e alla legalizzazione dell’aborto negli Stati Uniti, divamperà la battaglia cruciale per la vita del concepito. Rimane un mistero come la sinistra mondiale predichi l’accoglienza generosa verso gli stranieri e promuova la morte per i piccoli e indifesi consanguinei. Una crisi della ragione e della logica, ancor prima che della fede.

Luca Volontè

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