02/08/2019

Omotransnegatività: diritti speciali, discriminazioni totali

Così descriviamo la nuova legge approvata dal Consiglio regionale dell’Emilia Romagna nei giorni scorsi. Una legge regionale tesa sia a vietare la libertà di opinione in materia di omosessualità/transessualità, sia ad indottrinare gli studenti al credo gender.

Il progetto di legge di, iniziativa del Consiglio comunale di Bologna, è intitolato: «Contro l’omotransnegatività e le violenze determinate dall’orientamento sessuale o dall’identità di genere», norme che parlano di violenza verbale e psicologica in modo generico, prevedono privilegi nel lavoro per le persone Lgbt, intendono vigilare sulle notizie diffuse dai media e indottrinare gli studenti a favore del mondo Lgbt. Una reale stretta alla libertà di espressione in cui la discriminazione si realizza anche prima che il fatto si compia, confermando uno ‘status’ e un bagaglio di diritti speciali per i ‘transessuali’ e LGBTI.

Una prima e precisa analisi del testo in discussione e poi approvato dovrebbe allarmare anche i più miti e pacifici spiriti tolleranti del paese. Siamo di fronte ad una legislazione che riconosce privilegi speciali ad alcuni ed espande le discriminazioni ad un pubblico generico di cittadini che non si trovano in linea con la mentalità e i dogmi LGBTI.

Ebbene, lo scorso 27 Luglio dopo una seduta record di quasi 40 ore il Consiglio regionale dell’Emilia-Romagna ha approvato la legge contro le discriminazioni omofobe. Il via libera è arrivata con i voti favorevoli della maggioranza di centrosinistra, Pd, Sinistra italiana, 5 Stelle e Misto (Gian Luca Sassi e Silvia Prodi). Dieci voti contrari sono giunti da Lega, FI e FdI. La legge regionale contro l’omotransfobia ha come obiettivo il contrasto delle discriminazioni e delle violenze determinate dall’orientamento sessuale o dall’identità di genere. In particolare Fratelli d’Italia e Lega avevano presentato quasi 1.800 emendamenti. Anche all’interno del Pd è stato necessario trovare un equilibrio, soprattutto sulla questione utero in affitto: la Regione non darà contributi alle associazioni che in qualsiasi modo sostengono la surrogazione di maternità.

Ora si attende solo la data delle elezioni regionali in Emilia Romagna, appuntamento atteso da decine di migliaia di cittadini che non vedono l’ora di esprimersi, attraverso il loro voto, su questa legge e sulla propria discriminazione imposta per legge regionale. La gravità resta intatta: una legge ideologica, apparentemente incostituzionale e discriminatoria che ancor prima del vaglio della Corte, sarà sottoposta al giudizio dei cittadini di ‘serie B’ che, almeno per ora seppur discriminati, potranno ancora votare.

Luca Volontè

Questo articolo e tutte le attività di Pro Vita & Famiglia Onlus sono possibili solo grazie all'aiuto di chi ha a cuore la Vita, la Famiglia e la sana Educazione dei giovani. Per favore sostieni la nostra missione: fai ora una donazione a Pro Vita & Famiglia Onlus tramite Carta o Paypal oppure con bonifico bancario o bollettino postale. Aiutaci anche con il tuo 5 per mille: nella dichiarazione dei redditi firma e scrivi il codice fiscale 94040860226.