13/09/2019

Negli Usa altro manifesto pro life vandalizzato dai “pro choice”

Non si smentiscono mai i sostenitori dell’aborto e, ancora una volta, piuttosto che scegliere la via del dialogo e argomentare le proprie idee, mostrando quelli che ritengono essere i loro fondamenti logico-scientifici (senza, con ciò, sopraffare chi la pensa diversamente), hanno preferito vandalizzare un altro manifesto pro life, l’ennesimo.

Bisogna ammettere, però, che è interessante osservare il modo con cui i pro vita vengono attaccati, perché ci dà occasione di osservare e confrontare la loro condotta con quella dei cosiddetti “pro choice”. Il manifesto faceva parte della campagna "Face the Truth", organizzata dalla Pro-Life Action League e svoltasi a Chicago, come ci racconta un articolo di Life News. Mostrava l’immagine di un bambino appena nato ed il messaggio principale era: «Un bambino è un bambino, nato e non nato».

Sul manifesto vi era anche scritto che il cuore di un bambino batte sin dal diciottesimo giorno dopo il concepimento. Erano, infine, indicati un numero di telefono e l’indirizzo di un sito web in modo che le donne in difficoltà potessero consultarlo.

Ebbene, il manifesto è stato prontamente imbrattato, cancellando le parole «non nato» e riscrivendo la seconda parte dell’indirizzo del sito web, in modo che si legga: «I pro life rovinano la vita». Immancabile, come fosse una firma, sulla faccia del bambino, la classica scritta: «Il mio corpo, la mia scelta».

Ancora una volta, quindi, vediamo il contrapporsi di due atteggiamenti a dir poco differenti. Da un lato, quello dei pro life, che, con massimo rispetto di tutti, presentano argomentazioni verificabili e offrono aiuto a donne in difficoltà, affinché siano libere anche di poter scegliere per la vita del piccolo.

Dall’altro, quello dei pro choice, intenti solo a censurare, senza presentare nulla di scientificamente fondato e, per di più, ostacolando le donne in difficoltà che vogliono consultare il sito, messo a disposizione in loro aiuto. E che libertà si dà alle donne se viene impedito loro di ascoltare le argomentazioni dei pro life? Che possibilità si offrono loro, se non vengono presentate alternative all’aborto?

Questi due diversi comportamenti, messi a confronto, parlano chiaro e mostrano limpidamente che chi più, come i sedicenti “pro choice”, si riempie la bocca di parole come “scelta”, “libertà”, “diritti”, non necessariamente li tutela nei fatti. Anzi, nel caso specifico, è il primo ad opporvisi!

 

di Luca Scalise

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