21/12/2019

Mississipi, non passa legge anti-aborto

La Corte d’Appello del Quinto Circuito ha revocato il divieto di aborto dopo la 15/a settimana stabilito in Mississippi.

Nel 2018 un giudice federale l’aveva già respinta, ma le autorità statali si erano mobilitate per fare ricorso alla corte di Appello. La motivazione addotta dal giudice Carlton Reeves era stata che la legge andava considerata addirittura incostituzionale e, a suo dire, sarebbe stata parte di una strategia, di una sorta di campagna culturale, finalizzata a chiedere, in ultima istanza, alla Corte Suprema di rovesciare il ‘Roe vs Wade’”, cioè la famosa sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti del 1973 che legalizzava l’aborto a livello nazionale. In effetti si tratta di un timore diffusissimo tra i democratici, forse il timore principale, che li sta portando a focalizzare ultimamente la loro azione politica in gran parte sul contrasto dei movimenti pro life e delle proposte di legge a favore della vita nascente.

Eppure, alcuni mesi prima del pronunciamento di Reeves, l’assemblea legislativa dello stato del Mississippi, era arrivata ad approvare una proposta ancora più restrittiva, ovvero il divieto d’aborto dopo sei settimane di gravidanza. Ma anche questa misura è stata poi fermata da un giudice federale.

Il motivo principale per cui, invece, la Corte d’Appello ha bloccato, pochi giorni fa la legge, è che l’unica eccezione prevista al limite massimo delle 15 settimane, sono, in realtà, le emergenze mediche mentre non sono considerate eccezioni i casi di stupro o incesto.

E la motivazione addotta dalla Corte è stata la seguente: «Gli Stati possono regolare le procedure d’aborto fino a quando non impongono un peso eccessivo sulle donne, ma non possono vietare gli aborti. La legge in questione è un divieto. E per questo non è valida». Ovviamente, come al solito, si sta prendendo in considerazione unicamente una delle due vite coinvolte nella gestazione, per la quale ci si preoccupa che non vengano imposti “pesi eccessivi” ma rientrerà in questo concetto anche l’uccisione subita da un innocente o il porre fine alla sua vita non è considerato un peso abbastanza eccessivo per lui?

 

di Manuela Antonacci

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