28/10/2015

Matrimonio gay – Gaystapo contro il giudice Deodato

Chiunque dica la verità sul matrimonio gay, ovvero che non è un matrimonio, viene inesorabilmente colpito dalla Gaystapo. E non importa se la vittima questa volta è un magistrato, colpevole solo di aver applicato la legge italiana.

Ieri abbiamo riferito della pronuncia con cui il Consiglio di Stato ha dichiarato illegali e illegittime le trascrizioni di matrimoni omosessuali contratti all’estero da parte di alcuni Comuni, tra cui Roma. In pratica, bene hanno fatto i prefetti ad annullare tali fantasiose e propagandistiche messe in scena.

Nel giro di poche ore, è scoppiata una violenta polemica. La Repubblica infatti riporta tutti gli attacchi rivolti contro il giudice Carlo Deodato, relatore della sentenza, in particolare quelli degli avvocati dell’ Avvocatura per i diritti Lgbt Rete Lenford.

Come ha fatto subito notare sul suo profilo Facebook anche Mario Adinolfi, le lobby Lgbt contestano la fede cattolica di Deodato che, a quanto pare, su twitter pubblica addirittura i post delle Sentinelle in Piedi. Un pericoloso integralista indegno di rivestire la carica che detiene.

“La sentenza è collegiale, invece vedo che attaccano solo me – si è difeso Deodato – ho solo applicato la legge in modo a-ideologico e rigoroso, lasciando fuori le convinzioni personali che non hanno avuto alcuna influenza”.

Immancabile la protesta di Franco Grillini, presidente di Gaynet ed esponente storico della comunità Lgbt italiana: “È un simpatizzante di Comunione e Liberazione e nel suo profilo Facebook pubblicizza link e si schiera con le iniziative delle Sentinelle in piedi”, per cui “è mancata la terzietà e va quindi rivista la sentenza affidando il procedimento ad un giudice terzo”. Quindi se un magistrato ha delle idee non conformi a quelle di Arcigay, è giusto mettere in dubbio una decisione del Consiglio di Stato?matrimonio gay

A difendere Deodato è intervenuto il capogruppo della Lega alla Camera, Massimiliano Fedriga, che ha bollato come “vergognoso” l’attacco al giudice, reo solo di aver emanato una sentenza “conforme alla legge dello Stato”.

La presidente-portavoce di Rete Lenford, Maria Grazia Sangalli, ha annunciato che, contro la sentenza, gli avvocati del network presenteranno ricorso alla Corte europea di Strasburgo per i diritti dell’uomo.

Vedremo come si svilupperà la vicenda. Ma qui il clima inizia a farsi pesante. Si respira davvero una brutta aria. La libertà viene meno ogni giorno di più. Da oggi sappiamo che per la Gaystapo chiunque si occupi di giustizia e annessi non può essere cattolico e non può avere idee ben precise in tema di famiglia e vita. O appoggi il matrimonio gay o ti bandiamo dalla vita pubblica e defenestriamo da ogni carica istituzionale.

Non è più tempo di tentennare. Chi ha a cuore la verità e la propria libertà deve reagire. Noi lo stiamo facendo. Tutta la nostra solidarietà a Carlo Deodato.

Redazione

DIFENDIAMO I BAMBINI E LA FAMIGLIA DAI TENTATIVI DI

LEGALIZZAZIONE DELLE UNIONI CIVILI

 

Firma anche tu!

Questo articolo e tutte le attività di Pro Vita & Famiglia Onlus sono possibili solo grazie all'aiuto di chi ha a cuore la Vita, la Famiglia e la sana Educazione dei giovani. Per favore sostieni la nostra missione: fai ora una donazione a Pro Vita & Famiglia Onlus tramite Carta o Paypal oppure con bonifico bancario o bollettino postale. Aiutaci anche con il tuo 5 per mille: nella dichiarazione dei redditi firma e scrivi il codice fiscale 94040860226.