29/05/2016

Matrimonio gay e adozioni: colombiani e messicani in rivolta

Il cosiddetto matrimonio gay e le adozioni per le coppie omosessuali vengono imposti dagli Stati, dai “poteri forti” e dalle lobby LGBT. Ma il tutto avviene contro la volontà popolare, in barba ad ogni principio democratico.

I casi della Colombia e del Messico (ma anche della nostra povera Italia) sono paradigmatici.

In Colombia la Corte Costituzionale ha stabilito che è giusto riconoscere le nozze e le adozioni gay. Da recenti sondaggi, però, emerge che il 73% dei cittadini colombiani è fortemente contrario alla possibilità che un bambino venga privato di una famiglia naturale e quindi di un papà ed una mamma per essere affidato invece a due uomini o due donne. E questo spiega anche perché, come abbiamo già scritto, la proposta di un referendum per bloccare qualsiasi iniziativa di legge attualmente in discussione al Congresso su questo tema ha raggiunto circa 2 milioni di firme.

Il dibattito è acceso. Vedremo se le istituzioni se ne infischieranno dell’opinione pubblica. gender_sondaggi_populismo_matrimonio-gay

Anche in Messico la situazione è calda. Il presidente Enrique Peña Nieto sta lavorando per introdurre il “matrimonio” gay e le adozioni per coppie dello stesso sesso nel Paese. E così, oltre mille associazioni della società civile che difendono la famiglia naturale si sono riunite ed hanno costituito il Fronte Nazionale per la Famiglia (FNF).

Carlos Ramírez, portavoce del FNF, ha dichiarato che il presidente messicano non tiene in alcun conto quello che pensano i cittadini. In effetti, recentemente i gruppi pro-famiglia hanno chiesto di inserire ufficialmente nella Costituzione la definizione del matrimonio come unione tra un uomo e una donna. A questo punto, Ramírez avverte Peña Nieto ed il suo partito (il Partito Rivoluzionario Istituzionale): continuando di questo passo, il FNF inviterà tutti i messicani a non dare più il loro voto a questa formazione che sta lavorando per la distruzione della famiglia e la dissoluzione della società.

Del resto, finché queste false democrazie durano, l’unica arma che resta alla gente è il voto. E, per quanto possibile e per quanto continueranno a permettercelo, bisogna punire elettoralmente le forze sovversive prone agli ordini della lobby LGBT.

È quello che sta cercando di fare in Italia il Comitato Difendiamo i nostri Figli, sia in vista delle amministrative sia, soprattutto, per il referendum costituzionale del prossimo ottobre.

Redazione


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